Torre del Lloyd e Molo VII, Trieste

LUNGO UNA SOTTILE LINEA BLU

Dal ponte di una nave da crociera o semplicemente mentre vogate o issate una vela, piuttosto che dai comodi sedili di un traghetto o di un aliscafo: è questo il modo migliore di vedere Trieste e scorrere storia e natura lungo una sottile linea blu. Potete scegliere di percorrere le strade della cantieristica, da Muggia a Monfalcone, oppure di immaginare le rotte delle navi che per secoli hanno solcato questo mare, molte ancora ferme sui fondali a definire un percorso archeologico costellato anche di resti dell’opera dell’uomo. Oppure potete semplicemente scegliere di scoprire l’arte e l’archeologia che su questo mare si specchiano e da questo mare non fuggono. O gli stabilimenti balneari, le spiagge, la natura…

Qualsiasi sia la vostra scelta, vi consigliamo di prendere come riferimento il lago salato davanti a piazza dell’Unità d’Italia, ombelico di percorsi a dritta e a sinistra che vi faranno scoprire la Trieste nel mare.

Salone degli Incanti, Trieste

Allora a dritta, a partire dal Molo Audace incontrerete la Stazione Marittima, odierno attracco di navi da crociera, con la sua storia legate alle rotte delle navi passeggeri. Subito dopo i traghetti e le marine che si susseguono, confondendosi con le società veliche e i circoli nautici che affollano la Sacchetta, chiusa dalla Lanterna. A definire questo primo tratto qualche squero e qualche cantiere, a ridosso del Pedocin, lo stabilimento balneare famoso perché risalente ancora all’Impero Austro-Ungarico e per il muro che conserva distinta la balneazione di uomini e donne. Subito dopo un tuffo negli anni Venti con le terrazze e le piscine dell’Ausonia, ultimo pezzo di centro città prima del Porto nuovo, moderna base logistica e infrastrutturale dove sono accolti i famosi magazzini del caffè. Caffè che ha resa famosa Trieste nel mondo e che ancora oggi è merce sovrana per le grandi aziende che lo importano, lo lavorano e lo esportano. Dal mare è possibile ammirare l’architettura della collina di San Vito, antica spiaggia che oggi è riconoscibile soprattutto per i palazzi che sembrano la prua delle navi che nel Novecento solcavano questo mare. Dopo il Porto Nuovo si alternano le industrie affacciate sul mare, il terminale dell’Oleodotto Transalpino e il canale navigabile, linea di confine con la vallata di Muggia. La piccola cittadina costiera, che arriva fino al confine con la Slovenia in un susseguirsi di cantieri e stabilimenti balneari e marine, merita una visita per ammirare le vestigia veneziane e il porticciolo della prima cittadina dell’Istria e l’unica rimasta in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Palazzo Carciotti, Trieste

Torniamo ora davanti al Molo Audace e prima di entrare nel Porto Vecchio e perderci nell’archeologia industriale che scorre dietro al vecchio pontone Ursus, soffermiamoci sulla sede dell’Idroscalo e sulla Casa del Lavoratore Portuale. Davanti al Porto Vecchio le dighe foranee, subito dopo il grande terrapieno con le sedi di altre società veliche e nautiche che - esattamente come avviene in Sacchetta - lasciano rapidamente spazio ad altri stabilimenti balneari che si tuffano nel mar mentre la linea di costa sale. Ecco poi la Riserva Marina di Miramare che circonda il Castello, nato per volontà di Massimiliano d’Asburgo, e penetra nella pittoresca baia di Grignano, un tempo rifugio di pescatori. Proseguendo lungo l’alta Costiera ci si imbatte in un altro piccolo castello in muratura che altro non è che la sede del primo Acquedotto di Aurisina: stesso stile, stesso architetto di Miramare. E poi ancora baie di pescatori che raggiungevano il mare attraverso ripide scale che risalivano il costone carsico che, prima di abbassarsi nuovamente, racconta il segreto della Dama Bianca e del Castello di Duino, raggiungibile anche attraverso il sentiero Rilke a picco sulle falesie. Ecco un’altra baia, Sistiana, dove oggi fa bella mostra di sé il borgo marinaro di Portopiccolo, oasi di mare a due passi da altri stabilimenti balneari e circoli nautici che finiscono con il Villaggio del Pescatore alle foci del Timavo. L’orizzonte a sinistra è puntellato delle gru del moderno stabilimento di Fincantieri che si trova a due passi dal nuovo Museo della cantieristica che sorge nel quartiere di Panzano costruito nel secolo scorso per gli operai dei cantieri navali dei fratelli Cosulich. La tradizione marinara si rinnova nei lidi e nei cantieri, nelle marine che arrivano fino a Grado, l’Isola del Sole, spiaggia dell’Impero asburgico con l’azienda di cura voluta da Francesco Giuseppe. Con una barca è bello spostarsi nella laguna di Grado, fra le decine di isolette che la costellano, per arrivare a Marano dove i segni della dominazione veneziana riprendono.