Museo del Mare, Trieste

I LUOGHI CHE RACCONTANO IL LEGAME CON IL MARE

Tutti i musei triestini parlano di mare, parlano di grandi avventure, di uomini che sul mare hanno costruito le loro fortune, di scommesse vinte e di scienza. Parlano di pesci, di animali marini, di barche e di navi. Tutti i musei triestini raccontano una parte della storia che lega la città al mare e insieme ricostruiscono il puzzle affascinante di questo legame simbiotico. 

Il più antico gruppo che si occupò di raccogliere documenti sull'attività portuale Triestina fu la società di Pesca e Pescicoltura Triestina, fondata nel 1888, che nell’anno 1904 istituì il primo museo della pesca a Trieste. Pian piano grazie all'essenziale contributo dell'Istituto Nautico il museo acquistò nuovi oggetti e documenti grazie ai quali poté ampliare gradualmente l'esposizione. Tutta la collezione venne conservata dalla Società Adriatica di Scienze Naturali, venne poi  spostata alla nuova sede del Museo del Mare, ove risiede tutt'oggi.

Un itinerario potrebbe prendere il via proprio dal Museo del Mare: oltre un secolo di storia, ospitato nell’antica palazzina di Campo Marzio, edificata nel 1721 e che fu dapprima il Lazzaretto San Carlo e inseguito sede dell’Arsenale di Artiglieria. Racconta l’affermarsi della marineria triestina con modelli di navi antiche e medievali, con sale dedicate a Josef Ludvik Frantisek Ressel (che sperimentò la propulsione a elica nelle acque del golfo sul piroscafo Civetta nel 1829) e a  Guglielmo Marconicon le apparecchiature che si trovavano a bordo dell’Elettra, la cui prua è ospitata al Museo nel ricordo della sua storia asburgica; nei tre piani del Museo del Mare si può scoprire la nascita della marineria a vapore con i modelli dei piroscafi (ci sono le foto storiche di tutti i piroscafi del Lloyd) prima di addentrarsi nelle sale che raccontano il Porto di Trieste e la storia della pesca in tutto l’alto Adriatico.

Elettra era una lussuso yacht a vapore la cui storia risale a quella della Marina Militare Austroungarica che, nella sua base di Pola, costituisce già nel 1890 una sezione velica denominata K. U. K. Yachtgeschwader” della quale fu il primo commodoro l’Arciduca Carlo Stefano di Asburgo Lorena, discendente dal consorte della Sovrana Maria Teresa (Francesco Stefano). L’arciduca lasciò la presidenza dello Yachtgeschwader nel 18989 e fu sostituito dall’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono, che la mantenne fino alla sua tragica morte a Sarajevo nel 1914. Carlo Stefano ebbe diversi yachts. Appassionato dell’arcipelago dalmato, si fece costruire una villa a Lussingrande e si servì del porticciolo di Rovenska, nome che diede a un suo lussuoso yacht a vapore che divenne in seguito proprietà di Guglielmo Marconi con il nome di Elettra.

Al Civico Museo del Mare è allestita la mostra "In viaggio con Thalia. Dalla nave bianca del Lloyd alla Principessa del mare (1907-1967)", dedicata alla storia di questa prima “nave bianca”, orgoglio del Lloyd Austriaco e, con questo, dell’intera cantieristica giuliana. Organizzata assieme all’Associazione culturale Italian Liners è stata ideata da Maurizio Eliseo, uno dei massimi esperti a livello mondiale per quanto concerne la storia della crocieristica, e collezionista di oggetti legati alla Thalia, ed Enrico Mazzoli, conservatore del Museo del Mare. Fotografie d’epoca, volumi, documenti, dépliant e menù di viaggio, argenti, strumenti di navigazione, cartoline provenienti da collezioni private e dall’Archivio Storico del Lloyd recentemente acquisito dal Comune di Trieste, restituiscono le vicende del Thalia e di un’epoca. La mostra resta aperta fino al 24 giugno durante l’orario di apertura del museo (lunedì – domenica ore 9-13, chiuso il mercoledì), con ingresso gratuito. In tale periodo vengono pure organizzate visite guidate alla mostra e laboratori didattici rivolti alle scolaresche.

C’è una storia di grande impatto che al museo del mare non viene raccontata ed è quella della scoperta della vernice antivegetativa Veneziani, utilizzata dalla Marina militare inglese: alla Fabbrica Vernici e Intonaci Sottomarini Giachino Veneziani S.A. lavora, in quanto genero di Giachino Veneziani, come direttore della filiale di Charlton, lo scrittore Italo Svevo.

Per completare la storia della Trieste che si è sviluppata sul mare e con il mare bisogna sostare certamente al Museo Revoltella per poter ammirare i quadri che ne raccontano lo sviluppo piuttosto che la scena da cui Trieste “partì” alla conquista del Canale di Suez, con l’acquisto di azioni della società francese che lavorava alla costruzione del collegamento, ricordando infine l’avventura messicana di Massimiliano d’Asburgo. Per quest’ultimo aspetto ovviamente è imprescindibile la visita al Museo del Castello di Miramare.

Ogni estate, a due passi dal Museo Revoltella, l’IRCI (Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata) affronta temi legati al mare (in tutto la parte nordorientale dell’Adriatico) con esposizioni al Museo di via Torino. E sempre l’IRCI gestisce il luogo della memoria in Porto Vecchio, il Magazzino 18 ancora oggi pieno delle masserizie che gli esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia hanno depositato fra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50 del Novecento.

La natura e gli animali trovano spazio all’Aquario e al Museo di Storia Naturale. L’Aquario è stato inaugurato nel 1933 nell’edificio affacciato sul mare che ospitava la pescheria centrale: dei due piani espositivi l’inferiore ospita gli acquari mentre quello superiore è stato allestito con un vivarium. Il Museo di Storia Naturale (il cui primo nucleo risale al 1846) è ricco di storia del mare, dai fossili (il dinosauro Antonio) allo squalo Carlotta che fa bella mostra di sé da oltre 110 anni.

Il BIOdiversitario MArino (BioMa), il Museo immersivo dell'Area Marina Protetta di Miramare ospitato nelle Scuderie di Miramare, rappresenta una novità nel panorama museale perché accompagna il visitatore alla scoperta della biodiversità marina di Miramare e del Golfo di Trieste.

Lontano dalla forma più classica e statica di museo, questo centro di interpretazione ambientale accoglie il visitatore offrendogli un’“immersione”, facile e fruibile in tutte le stagioni, nell’intera varietà di ambienti della Riserva, con un percorso dalla superficie del mare alle sue profondità, dai macro ai micro organismi animali e vegetali. I 300 metri di quadrati di superficie non ospitano solo la parte espositiva ma anche uno spazioso laboratorio didattico attrezzato, una saletta multimediale e uno spazio pensato per i più piccoli, ad uso biblioteca ma anche per workshop e laboratori creativi, che potranno essere realizzati e promossi anche in collaborazione con altre realtà della città e del territorio. Per info: tel. 040 224147 int. 3 o [email protected]

Nel Borgo di Santa Croce si può percepire la storia e le tradizioni di pesca degli abitanti sloveni della costa tra Trieste e le foci del Timavo, insediatisi sulle sponde del mare Adriatico più di mille anni fa. Al Museo della Pesca del Litorale triestino sono esposti molti attrezzi di pesca, reti e arnesi di alto valore etnologico, come pure documenti risalenti al medio evo e fotografi d’epoca che illustrano vari momenti della vita quotidiana dei pescatori. Sui pannelli illustrativi (in italiano, sloveno e inglese) sono evidenziati i vari momenti storici dello sviluppo della pesca, tutti i porticcioli del litorale, i sistemi di pesca e il regolamento di pesca del 1835.

Per chi cercasse invece tracce più recenti dello sviluppo della cantieristica, è stato da poco aperto il Museo della Cantieristica-MuCa che ha sede al pianterreno dell’ex Albergo operai del Villaggio di Panzano (Monfalcone), la “company town” sorta attorno al cantiere navale su iniziativa dei primi proprietari, i Cosulich. Il Museo racconta la storia del cantiere e della città attraverso un percorso espositivo articolato in sezioni. Unico museo italiano specificamente dedicato alla cantieristica e al suo impatto sul territorio, il MuCa rappresenta un’assoluta novità nel panorama museale nazionale. Affronta, attraverso testimonianze e documenti, oltre un secolo di storia, utilizzando un linguaggio contemporaneo e servendosi delle più moderne tecnologie multimediali.

Tra i progetti in fase di sviluppo, il Museo Navigante mette in rete cinquantotto musei del mare e della marineria, fra i quali il Museo del Mare di Trieste e il MuCa di Monfalcone, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio marittimo italiano.

Fra quelli in definizione, il progetto del Museo Nazionale dell'Archeologia Subacquea di Grado, nell’ambito di un accordo di valorizzazione tra Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, Comune di Grado ed ERPAC avviato in occasione dell’allestimento a Trieste della mostra “Nel mare dell’intimità”: molti degli oggetti esposti al Salone degli Incanti (fino al 1° maggio 2018) sono stati pensati per sopravvivere dopo la mostra. Ad esempio la riproduzione a grandezza naturale della sezione trasversale della nave di Grado, con il carico originario di anfore riutilizzate per il trasporto di salse e conserve di pesce, probabilmente prodotte ad Aquileia, costituirà il primo nucleo dell’allestimento del futuro museo.

Salone degli Incanti, Mostra Nel mare dell'intimità