Pescatori, Trieste

DIARIO DI BORDO

I grandi armatori che hanno fatto grande Trieste, i capitani usciti dalla Scuola Nautica o gli spedizionieri per generazioni; i marinai e i pescatori; i velisti, i canottieri, i timonieri che hanno tenuti alti i colori delle società triestine, gli olimpionici, gli Azzurri; i velai, i maestri d’ascia, i progettisti, gli artisti, gli artigiani; i Caduti in mare e i soldati; gli Eroi delle battaglie, quelli della letteratura e quelli del cinema; gli uomini di lettere che di questo mare hanno scritto e raccontato. O semplicemente l’hanno vissuto arrivando da altri mari o scoprendolo per primo.

L’elenco è lunghissimo e articolato. Sarà nostro compito costruire questo Albo per raccontare ancora del legame simbiotico che esiste tra Trieste e il suo “lago salato”, come l’ha definito Gillo Dorfles. Perché a Trieste il mare resta il Mito: l’odore dell’infanzia, il colore negli occhi, il sapore dell’adolescenza, il caldo che secca la pelle.

Tra i racconti di mare, narrati dagli abitanti sloveni della costa tra Trieste e le foci del Timavo, al Museo della Pesca del Litorale a Santa Croce oltre alle altre tecniche di pesca, vi è un’area dedicata alla famosa pesca del tonno nel golfo di Trieste, illustrata con numerose fotografie e schizzi che spiegano le fasi della pescata alla quale partecipava l’intera comunità di Santa Croce (Križ). Data la sua spettacolarità, ad una di queste a Barcola, partecipò pure il Re delle due Sicilie Ferdinando IV. Un'altra parte del museo è dedicato ai tradizionali palombari con scafandro di Contovello, definito paese dei palombari in quanto per più di un secolo tale mestiere veniva tramandato da padre a figlio.

Un “diario di bordo” che inizieremo con gli scritti originali a firma di Italo Orto, redatti a bordo di navi passeggeri, costruite nei cantieri di Trieste e di Monfalcone. Giornalista, noto radiocronista e documentarista di talento, primo “dipendente” RAI di Trieste (divenne vice-redattore capo), collaboratore di numerose testate nazionali e internazionali – è stato l’intelligente e puntuale annotatore di tutti gli avvenimenti marinari legati a Trieste e all’Alto Adriatico.
Di queste sue esperienze, raccontate con l’antica passione delle genti giuliane e dalmate per il mare, Italo Orto ha lasciato numerose testimonianze scritte (articoli, appunti, conversazioni e interviste), la maggior parte redatte a bordo delle navi passeggeri del Lloyd Triestino di Navigazione (“Isonzo”, “Esquilino”, “Africa”, “Guglielmo Marconi”,  “Galileo Galilei”), durante le soste negli scali portuali, e in occasione di eventi particolari, anche di cronaca.