Porto Nuovo, Trieste

UNA CITTA' NEL MARE

Trieste è una città nel mare, dove il mare arriva fino al centro mentre il centro della città si spinge sul mare.
Uno scambio continuo, come quello tra il Canal Grande (braccio di mare che entra nella terra) e il Molo Audace (lingua di terra che entra nel mare). In questa immagine, che all’apparenza sembra una banalizzazione, si concentra realmente il rapporto tra gli elementi che costituiscono Trieste, a cui va certamente aggiunto il vento. E quando terra, mare e vento decidono di incontrarsi, la luce cambia e il cielo corre, la città si illumina e tutto improvvisamente si spiega: le dighe, i moli, l’orientamento degli edifici, i colori del Carso, le marine che circondano la città. Sono giornate magiche, che fanno suonare gli alberi e sentire ancora meglio l’odore del mare.

Vedere Trieste dal mare non è facile eppure è l’unica prospettiva che la racconta realmente com’è, perché le contraddizioni che si nascondono a terra si svelano dal mare quando nello spazio di un abbraccio si racchiude il Golfo, da Muggia a Grado, lasciandosi alle spalle i fari dell’Istria. Questo lago salato, solcato dai giganti del mare e da migliaia di piccole imbarcazioni, possiede la ricchezza dei grandi porti che raccontano la storia di antiche e nuove compagnie di navigazione, che fanno rotta verso i mari del mondo e tengono ben piantati i piedi a Trieste, dove il Porto (quello Vecchio in fase di recupero e quello Nuovo) occupa l’orizzonte da qualsiasi parte la sia guardi. E in mezzo alla modernità logistica restano legate alla tradizione le vecchie Marine, gli antichi e i nuovi Stabilimenti balneari o gli scogli che contendono a circoli nautici e società veliche lo specchio di mare.

In mezzo a questa natura - che cambia velocemente alla fine della Strada Costiera, abbassando la costa, cancellando le rocce a picco sul mare e le discese ardite delle Falesie - sopravvivono i pescatori e il loro duro lavoro.