Concepire il sistema portuale regionale come "cluster", ovvero come identità collettiva caratterizzata da valori comuni, fiducia reciproca e dotata di organi di coordinamento e guida. Questa è una delle tesi proposte da Romeo Danielis nel suo libro "Il sistema marittimo – portuale in Friuli Venezia Giulia. Aspetti economici, statistici e storici", presentato mercoledì 7 marzo, presso la Prefettura di Trieste.

La ricerca su cui si snoda l’intero volume è finanziata dal Commissariato del Governo, attraverso il Fondo di Trieste, e vede la partecipazione di diversi attori per la raccolta e l’elaborazione dei dati. Durante i saluti introduttivi, il Prefetto di Trieste, Alessandro Giacchetti, ha voluto sottolineare come il lavoro svolto dal professor Danielis analizzi non solo economicamente ma anche storicamente e sociologicamente il sistema portuale regionale che, se inquadrato in una visione strategica, potrebbe implementare lo sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia.

Il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste, Francesco Peroni, ha posto in evidenza come la realizzazione del libro sia un esempio di uso virtuoso della risorsa pubblica in quanto analizza un tema di rilevante importanza per la città e la regione intera. Nicola Torelli, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Ateneo giuliano, ha ribadito l’assoluta importanza degli scambi e della collaborazione tra Istituzioni e Università.

Quattro relatori d’eccellenza hanno poi esposto i risultati della ricerca. L’autore Romeo Danielis, docente all’Università degli Studi di Trieste, ha posto l’attenzione sul fatto che i porti non sono solo degli spazi per la movimentazione delle merci ma presentano sfaccettature industriali diversificate, che interessano anche l’hinterland portuale e la sua valenza strategica di fondo. Il sistema portuale regionale – ha affermato Danielis – saldamente interconnesso con gli altri scali nazionali e internazionali è da considerarsi un bene di tutti, in quanto occupa un’area pubblica a forte infrastrutturazione, gestita con fondi pubblici: un sistema aperto, in cui operano aziende variegate a livello di dimensioni e scopi, nazionali o internazionali.

Adriana Monte, docente dell’Università degli Studi di Trieste, nel suo intervento intitolato “Il disegno dell’indagine sul sistema portuale”, ha illustrato le fasi di ricerca, partendo dalla fonte dei dati: per il 2008 sono stati raccolti nelle imprese del Porto di Trieste con interviste telefoniche o analizzando i bilanci aziendali, per il 2009 – 2010 sono stati selezionati mediante indagini campionarie e interviste frontali o telefoniche suddivise fra attività economiche portuali in senso stretto, di supporto alle stesse oppure non portuali ma connesse). Infine, è stato presentato il disegno dell’indagine, ossia il campionamento stratificato proporzionale per le imprese con meno di 100 addetti e la rilevazione totale per le imprese con almeno 100 addetti.

Loredana Panariti, docente dell’Università degli Studi di Trieste e relatrice dell’argomento “Tute blu e principesse. L’organizzazione del lavoro nel cantiere di Monfalcone (1987 – 1997)”, ha spiegato come, con il passaggio dalla produzione di navi mercantili a quella delle navi da crociera, si siano imposti assetti contributivi elevati, operazioni di marketing e progettazione mirata con l’affidamento di determinate lavorazioni a team di esperti esterni all’azienda. È cambiato inoltre l’uso della tecnologia, così come si è implementato quello dell’automazione e, con la globalizzazione dei mercati, si è potuto assistere a un aumento della domanda di navi da crociera. Le parole d'ordine di oggi per Fincantieri nell’organizzazione del lavoro sono – secondo la professoressa Panariti – ricerca, sviluppo, innovazione, nonché strategie di anticipazione delle richieste della clientela. Si parla soprattutto di responsabilità, individuazione accurata delle mansioni degli operai e coinvolgimento del personale.

Per concludere l’illustrazione dei risultati ottenuti dalle ricerche di Romeo Danielis e del suo team, Daniele Andreozzi, docente presso l’Università degli Studi di Trieste, ha portato il suo contributo dal titolo“Immaginare il porto/immaginare Trieste. Strategie portuali, geografie dei traffici e saturazioni del territorio e dello spazio ecologico”. L’epilogo di Andreozzi ha messo in luce come lo spazio nel quale opera Trieste attualmente non si discosti molto dal panorama del '700: il mare è globalizzato, il traffico è reticolare e lo spazio è saturo con relative difficoltà nell’effettuare spostamenti. Per comprendere la complessità del porto e la sua funzione, bisogna osservarlo in un contesto compenetrato e speculare alla città di Trieste, quindi suddividerlo in molteplici componenti e analizzarle singolarmente.

Vanessa Da Ros