Successo confermato per la XII edizione dell’Offshore Mediterranean Conference & Exhibition (OMC) di Ravenna, che ha registrato 21 mila visitatori e 687 aziende provenienti da 34 Paesi del Mediterraneo come Algeria, Egitto e Libia, ma anche dall’Africa Subsahariana (Congo, Angola e Mozambico) e dal Medio Oriente (Qatar).
Durante l’evento, durato tre giorni, operatori del settore e rappresentanti dei Paesi produttori del Mediterraneo si sono confrontati su temi quali ricerca, sviluppo, innovazione e tecnologia per incrementare la sicurezza e la compatibilità ambientale delle attività estrattive.
L’Autorità Portuale di Ravenna era presente, insieme alla Camera di Commercio di Ravenna, con uno stand che ha richiamato l’attenzione di molti visitatori, soprattutto stranieri, interessati a ricevere informazioni relative al Porto di Ravenna e ai suoi collegamenti internazionali. Inoltre, erano presenti tutte le maggiori Oil Companies europee, del Nord Africa e del Medio Oriente (Eni, Edison, Total, Shell, Sonatrach, EGPC, EGAS, NOC, Crosco, Ina, Qatar Petroleum).
L’evento ha avuto un gran seguito anche sui social, dove nell’ultima settimana ci sono state 62.000 visualizzazioni su Facebook, 4.000 visualizzazioni su Linkedin, 700 tweet con l’hashtag #OMC2015.
«Numeri importanti che confermano l’interesse dei Paesi del Mediterraneo verso la vetrina dell’oil&gas di Ravenna», ha dichiarato Innocenzo Titone, Presidente di OMC 2015. «Da OMC 2015 gli operatori del settore e i rappresentanti dei Paesi produttori hanno confermato il loro impegno per lo sviluppo e la crescita dell’industria petrolifera, che negli ultimi 20 anni si è concentrata su ricerca, sviluppo, innovazione e nuove tecnologie per aumentare la sostenibilità delle attività estrattive».
«I nostri impianti sono tra i più sicuri al mondo», ha affermato il Direttore generale per le Risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, Franco Terlizzese, durante la Sessione speciale Offshore Regulations and Technologies. «Insieme con le aziende petrolifere che operano nell’offshore – ha aggiunto Terlizzese – abbiamo promosso un sistema integrato di controllo degli impianti, delle strutture, delle condizioni ambientali in cui lavorano, per avere il punto zero della situazione di sicurezza e anche per quantificare come questa sicurezza aumenti in funzione degli interventi di miglioramento sugli impianti».
Il Mise, in coordinamento con il Ministero dell’Ambiente, ha messo a punto un sistema integrato navale, aereo e satellitare per il monitoraggio giornaliero dello stato delle acque in Adriatico, con l’intento di incrementare la sicurezza nelle attività degli impianti offshore; questo progetto impiega 10 enti di ricerca e Università, i quali collaborano con il Ministero, con la Marina Militare e le Capitanerie di Porto.
 
Katia Macchietto
Foto: OMC