Un gruppo di imprese del Friuli Venezia Giulia – fra le quali Sbe, Fantoni, Abs, Pittini, Sangalli,T rametal, Burgo  – hanno deciso di unire le forze e di intraprendere la costruzione di un piccolo terminal di rigassificazione a Monfalcone da 800 milioni di metri cubi.

Questi i vantaggi, come si leggono dalla documentazione ufficiale anticipata oggi da Alessandro Vescovini (Sbe) 

1) La sua limitata dimensione comporta uno scarso impatto nei confronti delle attività del porto di Monfalcone, in quanto il traffico di gasiere sarebbe di sole 22 unità all'anno. Il porto di Monfalcone rappresenta per altro una collocazione ideale dal punto di vista logistico e dal punto di vista della vicinanza con la rete Snam nazionale

2) Per la prima volta per un terminale di rigassificazione è stata pensata una soluzione tecnica che non solo consente a questa infrastruttura di non impattare sull'ambiente ma addirittura di avere un impatto ambientale positivo: nel progetto di prefattibilità infatti si è pensato di utilizzare le acque di scarico della vicina cartiera Burgo, acque dolci provenienti dal fiume Timavo e depurate dal processo industriale della cartiera, evitando in questo modo di effettuare il trattamento di clorazione di acque di mare.

3) Per la prima volta in Italia il gas verrebbe trattato come una commodity, acquistata al meglio da consumatori

4) Il progetto verrà realizzato utilizzando equity privato e non necessita di risorse pubbliche per la sua realizzazione.


La realizzazione di questo impianto in regione darà la possibilità di iniziare a diffondere il combustibile del futuro del trasporto pesante su gomma, del trasporto pubblico regionale e del trasporto mercantile: il gas liquido. 
Smart gas nel suo progetto ha previsto non solo di rigassificare e mettere in rete 800 milioni di metri cubi di gas destinati al consumo industriale, ma ha pensato di distribuire per il trasporto pesante su gomma e per la croceristica ed il settore del trasporto mercantile 1.5 milioni di metri cubi di gas sotto forma liquida.
Il Friuli Venezia Giulia sarà la prima regione italiana a predisporre una rete di distribuzione di questo combustibile che consentirà di ridurre le emissioni di particolato, di nox e di sox dei veicoli pesanti del 50% ma soprattutto di ridurre il costo del carburante del 25%, rendendo il settore del trasporto merci regionale molto competitivo rispetto a quello delle regioni limitrofe. E’ in fase di avanzata definizione un piano di conversione di almeno 1000 veicoli pesanti appartenenti ad autotrasportatori operanti in regione FVG e che operano trasportando merce delle industrie coinvolte nel progetto entro il 2018, nonché la creazione di un primo centro di distribuzione del metano compresso e liquido in regione per supportare questa conversione, che rilancerà il settore dell’autotrasporto e diminuirà i costi logistici delle imprese manifatturiere.
Il primo centro di distribuzione verrà realizzato fuori regione presso l’autoporto di Portogruaro SAVO, per intercettare i traffici provenienti da Pordenone, Udine, Trieste e Gorizia e diretti verso la pianura padana, il primo centro di distribuzione in regione verrà invece realizzato presso l’autoporto di Gorizia per tutti i traffici diretti ad Est. In questo modo l’autoporto isontino avrà la possibilità di rilanciare il suo ruolo e di tornare alla sua vocazione di crocevia dei traffici diretti ad Est.


 

 


GNL IL PRESENTE E IL FUTURO DEL SETTORE CROCERISTICO E DEL TRASPORTO MERCANTILE IN FVG

E’ notizia di questi giorni l’acquisizione da parte della Fincantieri di due navi da crocera di grandi dimensioni commissionate da MSC che da anni non commissionava le navi alla azienda Italiana. Queste commesse che verranno realizzate in FVG sono di navi innovative ed una delle peculiarità di queste grandi navi sarà quelle di garantire all’armatore un risparmio del 25% dei costi del carburante, risparmi garantiti da una soluzione dual-fuel esattamente come per il trasporto su gomma.
 La presenza dell’impianto di minirigassificatore nel golfo di Trieste consentirà alla Fincantieri di poter contare su una vicina e pratica fonte di approvvigionamento del carburante, necessario per le prove del motore e per le prove a nave e consentirà alla azienda di puntare su un nuovo segmento di mercato specializzando il cantiere di Mofnalcone sulla linea delle navi del futuro, le navi motorizzate dual fuel.

Un'altra importantissima azienda regionale, la Wartsila ha decisamente puntato sui motori dual fuel e sul gnl ed il gruppo si pone l’obiettivo non solo di fornire i motori dual fuel a Fincantieri e ad altre imprese cantieristiche ma di valutare la possibilità di convertire le navi mercantili con un sistema dual-fuel. 
Nelle darsene di riparazione utilizzate da Fincantieri presso il porto di Trieste sarà possibile effettuare queste conversioni
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Il porto di Monfalcone poi diventerà il centro della distribuzione del gnl per il settore mercantile del nord Adriatico. 
Il grande rigassificatore di Porto Viro (Rovigo) infatti non e’ affatto adatto allo scopo per via della sua grande dimensione e Smart gas spa è già stata contattata da diversi operatori del porto di Venezia e Ravenna che sono interessati a costruire piccoli depositi portuali di gnl presso questi scali per rifornire le navi equipaggiate con sistemi dual fuel.



IL RILANCIO DELLA PORTUALITA’ DELLE MERCI ALLA RINFUSA IN REGIONE FVG
Per la realizzazione dell’impianto sarà necessario approfondire il canale di accesso al porto di Monfalcone da 12.5 (secondo il progetto di escavo gia lanciato) a 13.5 per consentire alle navi gasiere che presentano un pescaggio di 12.50 di poter manovrare ed accostare in sicurezza.
La legge italiana consente a progetti simili di fare variante al piano regolatore in vigore e per questo motivo si è prevista la realizzazione di una nuova cassa di colmata in grado di contenere i 2 milioni di metri cubi che proverranno dall’approfondimento del canale di accesso. Questo consentirà di creare uno spazio nel quale potrebbero essere contenuti anche i fanghi di dragaggio dell’escavo in via di realizzazione ed evitare di vuotare la cassa di colmata attuale.
Al contrario del progetto dell'escavo in fase autorizzativa, ovvero quello che prevede di portare la profondità da 11.5 a 12.5 con sistema di idrodragaggio, il nuovo progetto prevede di utilizzare un sistema meccanico ecologico con un minore impatto ambientale e che consentirebbe di non togliere materiale dalla cassa di colmata attuale e di immettere nella nuova cassa di colmata materiale molto piu’ compatto e meno ricco di acqua.
 In questo modo 200.000 m2 sarebbero da subito disponibili per realizzare infrastrutture portuali (piazzali/snodi ferroviari) e la nuova cassa di colmata sarebbe disponibile già un anno dopo la fine del dragaggio per realizzare altre strutture.

Le industrie manifatturiere che fanno parte dell’iniziativa sono i principali destinatari delle merci alla rinfusa che vengono scaricate nei due scali regionali di Monfalcone e San Giorgio di Nogaro ed hanno quindi un grande interesse che il sistema portuale recuperi efficienza e si sviluppi per poter abbassare i costi logistici delle merci acquistate, necessarie alla loro produzione.
I due porti di merci alla rinfusa regionali sono in competizione non certo con Trieste, specializzata nella movimentazione dei containers e nei prodotti petroliferi, ma con Koper dove oggi vengono scaricati almeno 2.5 milioni di tonnellate di merci destinate alle industrie regionali (carbone, cellulosa, rottame).
 Una maggiore profondità consentirebbe di far giungere in porto navi da 60.000 tons contro le attuali 30.000 e un organizzato spazio retro portuale consentirebbe di diminuire i costi e di migliorare il servizio.
 Le imprese sono anche molto interessare ad investire nel settore del trasporto ferroviario su merci, perché una parte del gas liquido verrà trasportato su rotaia e consentirebbe alle imprese di ottimizzare i convogli ferroviari trasportando il gas liquido su rotaia e senza immetterlo in rete.
 In questo modo il gas liquido farebbe da effetto volano per il porto di Monfalcone, invogliando le industrie siderurgiche non solo friulane a scaricare le merci in porto per portare sia le merci che il gas liquido su rotaia. 
Riteniamo che il porto di Monfalcone potrebbe raggiungere almeno 8 milioni di tonnellate di merci movimentate entro il 2020, creando almeno 150 posti di lavoro.

FONTE:

SMART GAS, COME RILANCIARE L'INDUSTRIA FVG,  RISANANDO L'AMBIENTE