Riannodare i fili del ricordo, conservando il disegno delle ambizioni, dei sogni, delle realizzazioni di un’impresa che portò il nome di Trieste nel mondo è un dovere delle Istituzioni.
L’avventura di una società di navigazione come quella del Lloyd Triestino, che iniziò nel 1836, non è solo patrimonio aziendale, ma dell'intera collettività e, in modo particolare, delle nuove generazioni. Sono loro a chiedere di conoscere, studiare e poter ricavare non solo delle suggestioni ma suggerimenti e intuizioni per il presente, rifacendosi al percorso intellettuale e produttivo del passato.

È da qui che deve partire dunque una riflessione sulla valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale che racchiude la lunga storia marinara di Trieste, raccontata anche dagli oltre 6 mila pezzi appena rispolverati e catalogati del Lloyd Triestino, allora Lloyd Austriaco: 1387 opere d’arte, 1148 fotografie, 95 modelli navali, 85 strumenti di bordo, 456 pezzi di servizi di bordo, 2046 opere di stampa, 41 carte geografiche e 852 manoscritti e dattiloscritti.
Un archivio immenso di inestimabile valore che dovrà trovare la sua collocazione definitiva, dopo la formalizzazione dell’atto di donazione dalla Regione al Comune.

Di spazio ce n’è. La questione è come sfruttarlo al meglio. Un suggerimento potrebbe arrivare dai progetti museali realizzati in altre città marittime europee, come il dockslandmuseum di Londra, realizzato in un magazzino portuale di fine ottocento, e i 10 piani espositivi del Museo Internazionale Marittimo nel Kaispeicher B del porto di Amburgo, una città dalla conformazione geografica paragonabile per molti aspetti al capoluogo giuliano.

In questa direzione si era già mossa l’associazione Italia Nostra che dal 2004 aveva dato il via alla costituzione del polo museale del porto di Trieste e che ora chiede di ampliare il progetto inserendo il museo permanente attivo della storia marinara di Trieste, che in origine doveva essere localizzato nella Centrale idrodinamica e nella Sottostazione elettrica di conversione, nel magazzino 26, su modello del museo internazionale di Amburgo.

Pubblichiamo qui di seguito alcuni appunti della dott.ssa Antonella Caroli, ex Presidente di Italia Nostra Trieste e impegnata sul riuso e sviluppo del Porto Vecchio.


Musei e archivi marittimi e portuali in Europa
Antonella Caroli
Museo Internazionale Marittimo di Amburgo nel Kaispeicher B

Porto di Amburgo, Germania

………………………………………………………….

Cominciamo la visita dall’alto e cioè dal decimo piano dove si parla di navi ….. uno spazio libero ristrutturato è destinato anche per feste, rappresentazioni, lezioni, concerti, simposi,
presentazioni e mostre speciali Al piano nono troviamo il mondo delle piccole navi, con più di 40 mila mini navi, la gran parte in scala 1:1250; modelli e combattimenti di battaglie navali del 18° e 19° secolo; un plastico del porto container di 10 metri quadri; miniature di simulazione di rotte e di viaggi navali, di salvataggi marittimi e di navigazione interna.Al piano ottavo si trova la galleria di quadri con 400 anni di storia marinara, navi in tempeste e battaglie o lungo le coste. È rappresentata anche una camera del tesoro in navi realizzate in legno oro, argento, avorio e ambra una delle più grandi collezioni del mondo di un’elevataarte artigianale. Al settimo piano troviamo le spedizioni marittime, i robot del futuro, esemplari di pesci mai visti, accompagnati da misteriosi rumori che portano il visitatore ad immaginare le profondità dei mare, materiali espositivi riguardanti navi da pesca e rompighiaccio, unità di ricerca ed esplorazioni e baleniere.
Il piano sesto è dedicato al commercio e ai mutamenti del lavoro e della tecnologia, dettati dalla rivoluzione culturale con conseguenze per la navigazione commerciale come il vapore, il carbone e l’utilizzo dei nuovi materiali come l'acciaio.
Con lo scambio delle merci a livello mondiale e le nuove relazioni commerciali internazionali, saranno sempre più necessari collegamenti veloci tra i continenti, che porteranno, superando la navigazione classica, alle nuove navi di grand
i dimensioni sia per quelle dedicate al trasporto (vedi navi porta container) che per quelle passeggere (vedi navi crociera).
Al piano quinto troviamo materiali da guerra come granate, palle di cannone di legno, le torpedo, le mine e i sommergibili fino all’industrializzazione del XIX secolo e allatattica della guerra fredda per mare.Al piano quarto si trovano le uniformi, ordinate sia secondo le gerarchie di bordo che militari, armi, servizi, arredi interni e ricostruzioni di stanze con amache cabine.Il terzo piano è dedicato alla costruzione delle navi e delle macchine, dalle navi vichinghe alle portacontainer controllate dai computer, dalle macchine a vapore alle macchine diesel.Si tratta dell’evoluzione delle costruzioni navali secondo un percorso guidato che coniuga artigianato e scienza in maniera esemplare. In questo piano tra le varie targhe troveremo anche la tabella della stabilimento tecnico triestino. Al piano secondo troveremo le navi dei pirati navi, quadri provenienti dall'estremo oriente e dai caraibi e da varie parti del mondo, navi storiche a vela.Al primo piano la scoperta del mondo e la navigazione guidata dalle stelle con interessanti esposizioni di fari, segnali, bandiere, carte nautiche.Al pianoterra imbarcazioni di salvataggio, il foyer e il museum shop con carte nautiche, libri, riproduzioni, cartoline, modelli di fari e tutto quello che riguarda la cultura del mare.


Il dockslandmuseum di Londra

A Londra troviamo, vicino Canary Wharf, il dockslandmuseum inaugurato nel 2003 in un magazzino portuale di fine ottocento. Sui vari piani si attraversano numerose sale espositive tematiche, dove viene riccamente documentata la storia del porto di Londra realizzato sulle rive del Tamigi, a partire dai commerci romani fino alla containerizzazione e all’espansione dei più grandi porti del mondo.

Particolari e suggestive ricostruzioni ambientali riportano ai vecchi quartieri portuali riproducendo odori, voci e rumori in vicoli bui e taverne con arredi d’epoca.
Sempre nel museo troviamo la biblioteca e gli archivi della Port of London Authority che contengono una eccezionale collezione di materiale relativo alla conservazione del fiume, alle operazioni portuali dei docks, alla gestione del porto e alla storia sociale, insieme alla documentazione riguardante la storia dei docks dal 1879.
Circa il 70 per cento della raccolta è costituita dall'archivio della Port of London Authority (PLA), delle compagnie dei Docks e degli enti per la protezione del fiume che l'hanno preceduta
La biblioteca e l'archivio sono la piattaforma culturale su cui si basa l'intero sviluppo del museo dei docksland di Londra, un’eccezionale risorsa che arricchisce le esposizioni e i programmi educativi, le pubblicazioni e le attività dei curatori del museo.In aggiunta al materiale relativo ai docks il museo ospita anche l'archivio degli affari della ditta Sainsbury, una delle collezioni più significative aziendali, records e artfacts, di registrazioni di tutta la Gran Bretagna.


L’ Archivio della Port of London Authority
L'archivio è organizzato per collezioni: porto di Londra e porti internazionali. L’ Archivio della Port of London Authority (PLA) conserva diecimila libri e fascicoli, cinquantamila piani e disegni tecnici, cinquecento carte, quarantamila fotografie storiche, quattromila diapositive storiche su vetro, cinquemila dipinti disegni e stampe, trecentocinquanta bobine di film, duemilacinquecento piedi di archivio primario e secondario, verbali del comitato della corporazione del fiume di Londra (London River - 1770/1857), verbali e archivi del conservatorio del Tamigi (1858-1909), registri e verbali delle compagnie private dei docks, documenti generali della Port of London Authority, i piccoli e rari libri in copia unica.Tutti insieme raccolgono la storia, la creazione e lo sviluppo di quello che una volta era il più grande porto del mondo, attorno al quale crebbe il ruolo della città di Londra come prestigioso centro di commerci e traffici marittimi e attività finanziarie.
L'archivio fotografico storico, che contiene oltre 40 mila immagini storiche in bianco e nero, è una delle sezioni più intensamente visitate e utilizzate. Le immagini più vecchie risalgono al 1850 e riguardano soprattutto il lavoro portuale, mentre le più recenti riguardano le vedute e i documenti per la riqualificazione dei docklands.
Ogni aspetto delle operazioni portuali per la movimentazione delle merci e per ciascuna tipologia di esse, è documentato nelle foto storiche raccolte che permettono di conoscere tutte le attività portuali e le diverse mansioni (magazzinieri, pesatori, stivatori, personale di ogni categoria).Altre raccolte speciali riguardano il porto durante la seconda guerra mondiale, la costruzione dei docks, navi e chiatte, vedute aree dei docks e del fiume.Numerose pubblicazioni raccolgono questi materiali e quotidianamente numerosi documenti vengono richiesti, consultati e riprodotti per studiosi, produttori di film, accademici e cultori della portualità. In aggiunta alla collezione fotografica esiste un certo numero di eccellenti film commissionati dalla PLA, ampiamente utilizzate dalle società cinematografiche ed emittenti locali ed internazionali. Questi materiali riprodotti in cassette e dvd costituiscono una notevole entrata per il museo.
Dal 1986 consistenti donazioni provenienti da compagnie portuali, da organizzazioni dalla movimentazione delle merci e da privati hanno arricchito la documentazione storica.Il cuore dell'archivio fu costituito al tempo del centenario della società nel 1969 e costantemente arricchito fino a raggiungere 16 mila voci compresi documenti, fotografie e materiali audiovisivi, divise del personale e oggetti vari, ed ancora attrezzature per preparare i cibi e gli alimenti, strumenti per testare gli alimenti e per l' impacchettamento dei prodotti.

L’archivio e la biblioteca sono diventati la più importante fonte di chi vuole studiare e conoscere gli aspetti storici e contemporanei del porto.
Nazionale degli impiegati dei porti, dell’associazione dei porti britannici, dell’archivio degli stivatori di Londra, del comitato del Lloyds register dal 1764 al 1900, Inoltre nel 1985 è stato avviato un programma di registrazione di storia orale, che ha portato alla creazione di nastri registrati, nei quali sono raccolte testimonianze che raccontano in dettaglio la vita lavorativa di uomini e di donne, occupate con ruoli e funzioni differenti collegati con il fiume, il lavoro portuale e con i docks.Il museo contiene anche una raccolta molto estesa di materiale che non appartiene alla PLA.