Riceviamo dal signor Giuliano Bunello Zanitti e pubblichiamo integralmente.

La Redazione di Adriatic Sea Network



Sarebbe molto grave per il futuro della Portualità dell’Alto Adriatico se nella nostra Regione si perseverasse ancora nel produrre illusorie aspettative, oppure si rincorressero deleterie contrapposizioni campanilistiche o pregiudiziali fumosi sospetti, su due temi come il Superporto proposto dalla cordata Unicredit Logistica/Maersk o la creazione in Regione di un’unica Autorità Portuale, temi che dovrebbero essere in grado di unire le varie anime della Venezia Giulia per far fronte comune e poter quindi finalmente contare di più sia a livello Regionale e Nazionale che Internazionale.

Due temi che consentirebbero alla Portualità della Regione F.V.G. di assumere una consistente ed adeguata massa critica in grado di aumentare significatamene la nostra visibilità ed il nostro ruolo in ambito Comunitario e Internazionale, ed al Superporto di essere l’apripista capace di catalizzare e convogliare annualmente verso questo nostro mare una consistente quota di quei traffici (diversi milioni di teu.) in transito nel Mediterraneo, traffici che attualmente date le nostre evidenti gravi carenze infrastrutturali scelgono forzatamente altri approdi molto più lontani, ma che sono chiaramente molto più attrezzati e quindi compatibilmente in linea con le crescenti esigenze dei vettori marittimi e dei mercati.

Invece che agitaci in sterili ed inconcludenti contrapposizioni, dovremmo forse essere tutti ben coscienti, che alcune delle carenze infrastrutturali accumulate dai nostri sbocchi al mare nei diversi decenni di letargo realizzativo del passato, purtroppo prima o poi si pagano ed anche a caro prezzo.

In questo desolante scenario di carenze infrastrutturali, penso che almeno in quella che possiamo considerare l’ipotetica prima fase di rilancio della Portualità Regionale Lo Scalo Triestino sarà purtroppo il più penalizzato in merito al tema Superporto, poiché nel medio periodo (circa un decennio) non sarà certamente in grado di risolvere alcune delle problematiche strategicamente ineludibili e molto importanti per l’operatività di un moderno Terminal Contenitori che conta di poter movimentare annualmente diversi milioni di teu, problematiche legate sia alla potenzialità dei collegamenti ferroviari che alla disponibilità di ampie aree retroportuali in cui poter espletare senza affanni le operazioni relative alla Logistica di retroporto.

Lo Scalo Triestino sta purtroppo pagando per quanto non si è saputo voluto o potuto fare in passato per acrescere le sue potenzialità, ed attualmente può contare soltanto su dei tracciati ferroviari ed un assetto infrastrutturale complessivo che se si esclude il Molo VII risalgono agl’albori del secolo scorso, e quindi è inutile creare false illusioni poiché passerà parecchio tempo prima che sia messo nelle condizioni di poter affrontare le difficili sfide della Portualità del terzo millennio.

Penso che i Politici e gli Amministratori dello Scalo Triestino, saranno già molto bravi se nel citato decennio per incrementarne le potenzialità riusciranno a recuperare ampi spazi al mare ed avviare quindi la cantierizzazione almeno di alcune delle seguenti opere:

a) Il banchinamento e l’interramento più o meno parziale delle vasche dei Bacini di Riva VI° e VII° al Porto Nuovo e l’ampliamento del Molo VII.

b) Il banchinamento e l’interramento del frastagliato e degradato frontemare compreso tra lo Scalo Legnami e lo Stabilimento Siderurgico di Servola, per renderlo dopo lunghi anni d’attesa finalmente fruibile agli Operatori portuali, questo intervento consentirà anche di creare quella che sarà la radice del futuro Molo VIII infrastruttura che auspicabilmente dovrebbe diventare uno dei fulcri della Portualità Triestina.

c) La bonifica il rimodellamento ed il banchinamento del frontemare dell’Area Ex Aquila per renderla funzionale anche alle variegate esigenze dello Scalo.

Tutte le Opere citate ai punti – a – b – c – non avranno chiaramente molto a che vedere con “il Progetto Superporto Unicredit / Maersk” ma comunque sarebbero in grado di potenziare notevolmente le capacità operative dello Scalo Triestino.

Mentre la cantierizzazione di opere strategicamente molto importanti per poter assecondare le notevoli potenzialità che il progetto Superporto targato Unicredit Logistica / Maersk sarebbe in grado di esprimere, come la rettifica dei collegamenti ferroviari esistenti per renderli compatibili con quelle che sono e saranno le future esigenze dello Scalo, o la cantierizzazione della tratta Ronchi Divaccia del Corridoio N° 5, oppure l’annoso problema della riconversione utilizzativa a fini portuali dello Stabilimento Siderurgico di Servola per realizzare il nuovo Molo VIII, saranno purtroppo tutti temi che interesseranno probabilmente i nostri nipoti ma forse per quando incominceranno ad avere i capelli grigi.

Quindi poiché un moderno Terminal Contenitori “non vive soltanto di fondali e banchine” penso che non dovremo stupirci molto se saranno proprio alcune carenze dello Scalo Triestino in fatto di potenzialità dei collegamenti ferroviari e consistenza delle aree retroportuali, gli elementi che influenzeranno le future scelte dei promotori del progetto Superporto, e la razionalità ci fa presagire che almeno in questa prima fase le scelte favoriranno quasi certamente l’Area Monfalconese, poiché attualmente se saranno risolte le problematiche relative ai dragaggi, questo è “il Sito” in cui per adeguare le potenzialità dei collegamenti gomma/rotaia e per cantierizzare le varie opere, le difficoltà non dovrebbero risultare particolarmente elevate.
Non dobbiamo neppure tralasciare il fatto che la reperibilità di aree retroportuali nell’area Monfalconese non sarà certamente mai un problema, poiché è circondata da molti ettari di terreni ai quali all’occorrenza potrebbero essere facilmente modificata la destinazione d’uso, e quindi poter agevolmente supportare le notevoli e particolari esigenze della logistica di retroporto.

Credo che forse in merito a queste problematiche sarebbe il caso che un po’ tutti, siano essi Politici, Amministratori, Imprenditori o comuni Cittadini, cerchino di fare un sereno pacato e chiaramente non pregiudiziale “doveroso approfondimento in merito” poiché l’inasprimento della conflittualità sul tema “Superporto tra Trieste e Monfalcone” non giova certamente a nessuno e tantomeno alle economie ed alla Portualità della nostra Regione, se mai questa conflittualità oppure lo scarso impegno di Politici ed Amministratori potrebbe soltanto produrre un forzato disimpegno della cordata Unicredit Logistica / Maersk nei nostri confronti, con il reale rischio che purtroppo questo progetto lasci la nostra Regione ed approdi in altri lidi, e che il tutto si dissolva quindi per noi come una bolla di sapone.


Giuliano Brunello Zanitti