"L’Alta Capacità Ferroviaria? Se c’era 20 anni fa era meglio. E prima si fa, meglio è, perché serve a questo territorio. Qui ci sono i porti dell’Alto Adriatico e da qui si passa per andare in Europa". Parola del prof. Paolo Feltrin, docente di scienza dell’amministrazione e di metodologia della ricerca avanzata dell’Università di Trieste, che ha affrontato con assoluto disincanto, e senza badare alle suscettibilità dei presenti, il problema del Treno ad Alta Capacità tra Mestre e Trieste, intervenendo a Jesolo alla tavola rotonda sul tema "TAC, una stazione per le spiagge venete". Al dibattito, promosso dal Comune con la collaborazione della Regione Veneto, sono intervenuti tra gli altri il sindaco Francesco Calzavara, l’assessore regionale Renato Chisso, quello provinciale Giacomo Grandolfo, il segretario della Fondazione Dolomiti Unesco Giovanni Campeol, l’europarlamentare Sergio Berlato, il docente di Marketing del Turismo a Ca’ Foscari Francesco Di Cesare, il dirigente regionale per le infrastrutture Stefano Angelini.

“Sul dove far passare il TAC a me non importa - ha aggiunto Feltrin - e capisco che il ruolo della politica sia di trovare le mediazioni possibili. Importante è che si faccia e presto. Ma se mi si chiede dove stiano le convenienze, per me stanno sul cosiddetto tracciato basso. Di norma, il tracciato che ha meno resistenze è quello più lontano dalle case. E rispetto alle spiagge, all’economia turistica che non è delocalizzabile e che vede aumentare i suoi concorrenti, in ogni parte del mondo di dice che una linea ferroviaria vicina è meglio di una linea ferroviaria lontana. Oggi ovunque in Europa e nel mondo c’è fame di infrastrutture - ha concluso Feltrin - chi pensa che lo danneggino significa che ha la pancia piena, che è già ricco, che non vuole che altri si arricchiscano: è vecchio, ricco ed egoista”.

Non sono mancati un po’ di gelo in sala e molti mormorii, in una platea formalmente unita nel sì al TAC, ma divisa e rumoreggiante sul dove farla passare. Per Calzavara, ciò che conta è appunto una stazione per le spiagge, ruolo che San Donà non svolge. Per Chisso, che non ama particolarmente il progetto di RFI e il modo in cui è stato presentato, l’affiancamento ad infrastrutture esistenti significa distruzione di oltre un migliaio di case e vincoli di rispetto che nessuno accetterebbe quando si trattasse di collocare realmente l’opera sul territorio. Per il sindaco di Eraclea Graziano Teso, presente per pochi minuti, il TAC nel suo Comune sarebbe una sciagura. Per Berlato una ferita all’agricoltura.

"Abbiamo il tempo per discutere - ha concluso Chisso - ma certamente il TAC lo faremo, dobbiamo farlo. È oggettivamente difficile trovare un equilibrio, ma il compito di chi amministra per il bene comune è di trovare quello migliore possibile. Alla fine di deve scegliere e di sicuro qualcuno dovrà subire i problemi. Per questo daremo la massima attenzione all’impatto e all’inserimento ambientale; io resto in ogni caso convinto che l’alta capacità sia e debba essere un’opportunità per il territorio e il suo futuro, in un sistema che vuole sviluppo e non può fare conto solo sul trasporto su gomma".


Fonte: Ufficio stampa - Regione Veneto