Oggi il comparto sta subendo una trasformazione in seguito alla crisi: infatti, si è registrata una flessione media delle vendite e della produzione industriale nell’ordine del 40-60% e tutti i segmenti sono stati colpiti. Dall’inizio della crisi si sono persi 46mila posti di lavoro con una contrazione del fatturato per circa 3-4,5 miliardi di euro. I posti di lavoro sono stati persi percentualmente in maniera eguale nelle PMI che nelle grandi aziende. La perdita della forza lavoro si è registrata prima e in maniera più sostanziale nel comparto industriale, mentre il comparto relativo ai servizi di locazione/noleggio di unità di diporto, riparazione e manutenzione marine e porti turistici ha resistito. Purtroppo, quest’anno anche questo settore sta registrando un calo.

Il mediterraneo rappresenta, oggi, il 70% del turismo nautico mondiale con un  notevole indotto per i paesi costieri. Marine e porti nonché società di locazione e noleggio, servizi di manutenzione e imprese portuali beneficiano di questo turismo. Il business legato al mondo della nautica è molto importante e per questo non ci deve stupire come molte nazioni costiere cercano di aumentare sempre più la loro quota di mercato, spesso sfruttando i vuoti normativi che regolano il mercato unico europeo. Si può dire come la nautica da diporto sia un settore trainante dell’economia industriale nautica europea. Sui diportisti e sulle imbarcazioni da diporto, che affollano i porticcioli e le marine d’Italia si ritrova la vera ricchezza della nautica italiana. Per questo bisogna spingere affinché le marine ed i porticcioli non vengano vissuti come un parcheggio di barche. La comunione della nautica da diporto con le città deve essere incoraggiata. Attraverso manifestazioni e iniziative di associazioni nonché da parte di aziende di nautica radicate sul territorio.