L'Osservatorio Nautico Nazionale (ONN), l'organismo di analisi del mercato della nautica costituito da UCINA, Provincia di Genova, DIEM e CERIST, denuncia un forte decremento delle presenze di imbarcazioni nei porti italiani a luglio. L'Osservatorio rende noto che lo scorso mese rispetto al luglio 2011, che pure è stato un anno di forte crisi economica, la filiera turistico-nautica ha segnato un decremento medio del -33% per quel che riguarda i transiti e che nelle prime quattro regioni per numero di posti barca la media peggiora e si è attestata sul -48%.

L'indagine a campione sullo stato delle presenze, sia per i posti barca stanziali sia per quelli in transito, è stata svolta sui 60 porti nazionali più rappresentativi dell'offerta turistica di pregio dell'Italia. Il dato medio nazionale evidenza una contrazione del numero di posti stanziali pari al -26% tra il luglio 2012 e il luglio 2011, valore che scende ulteriormente al -33% per quanto riguarda i posti in transito.

I picchi negativi per i posti barca stanziali coinvolgono prevalentemente l’Alto Adriatico che mostra una grande sofferenza in questo senso: Marche (-41%9), Emilia Romagna (-40%), Friuli Venezia Giulia (– 31%).

Ancora più critica la contrazione della domanda dei posti in transito che, per quel che riguarda le prime quattro regioni per numero di posti barca e offerta turistica di pregio - cioè Liguria, Sicilia, Sardegna e Toscana - registra un -48%. Drammatica la situazione della Liguria, già flagellata dalle alluvioni primaverili che hanno colpito anche alcuni porti, che segna un -75%; gravissima anche la situazione di Marche (-41%), Sicilia (-40%) e Sardegna (-38%).

L'Osservatorio evidenzia che, confrontando i dati attuali con quanto emerso dall'indagine del gennaio scorso svolta dallo stesso ONN per verificare l'impatto dell'adozione della tassa di stazionamento, appare chiaro in primo luogo che «la contrazione dell'occupazione di posti barca dall'inizio dell'anno si è notevolmente aggravata, passando dal -17% di gennaio al -26% di luglio, per quanto attiene i posti stanziali. Inoltre mentre a gennaio vi erano forti differenze territoriali, con le strutture portuali transfrontaliere a subire maggiori perdite (la prima versione della tassa prevedeva infatti il pagamento solo nel caso di permanenza delle imbarcazioni nelle acque nazionali, mentre - ricorda l'ONN - la tassa è stata poi trasformata da tassa di stazionamento - in acque italiane - in tassa di possesso, che colpisce qualunque cittadino residente in Italia che abbia il possesso di un’imbarcazione o nave da diporto, sotto qualunque bandiera registrata, in qualunque Paese stazioni e indipendentemente se si trovi in mare o a terra), a luglio invece il dato è molto più uniforme a livello nazionale e fa pensare a una vera e propria fuga dalla nautica».

L'ONN spiega che, stando alle informazioni raccolte, «la fuga dei diportisti è dovuta a: ispezioni della Guardia di Finanzia e relativa clima di “terrore fiscale” (90%); ripetitività dei controlli, in mancanza di coordinamento fra le diverse forze di polizia (76%); costo del carburante (33%)».

Ricordando che secondo il Censis ogni 3,8-4 barche si crea un posto di lavoro nella filiera dei servizi e della manutenzione e che l'Italia ha oltre 156.000 ormeggi, l'ONN sottolinea che «la riduzione nell'occupazione sia dei posti stanziali sia di quelli in transito può rapidamente comportare la perdita di almeno 10.000 posti di lavoro in tempi brevissimi».

Fonte: ONN - Osservatorio Nautico Nazionale