1,82 miliardi di euro il fatturato della produzione per l’estero nel settore della nautica in Italia contro 1,73 miliardi per il mercato domestico. È questo il dato sorprendente della produzione italiana in cui l’export supera per la prima volta negli ultimi anni il mercato nazionale, consolidando il primato della cantieristica nelle esportazioni mondiali.

In particolare, nel settore dei superyacht, dove l’Italia è leader mondiale, emerge una significativa tenuta della produzione rivolta all’export, con un peso sul totale della produzione di superyacht pari a circa l’80%.

Ma questi dati vanno letti in contesto più ampio e meno confortante. In Italia infatti il fatturato della nautica, rispetto al 2008 è calato del 31%, attestandosi a 4,25 miliardi di euro, di cui 2,75 miliardi per cantieristica, 0,94 per gli accessori, 0,32 per i motori e 0,24 per il refitting, le riparazioni e il rimessaggio. Gli addetti a fine 2009 erano 27 mila con un calo del 12%. Sono questi i dati emersi da un’analisi di mercato sull’industria nautica italiana realizzata dall’ufficio studi UCINA in collaborazione con l’Università di Genova.

Lo strumento della cassa integrazione, inoltre, applicata nel corso del 2009 applicata al 35% della forza lavoro, ha permesso - osserva Ucina - di limitare al 12% la contrazione del numero di dipendenti, salvaguardando in questo modo la manodopera specializzata, caratteristica dell'eccellenza produttiva della cantieristica Made in Italy.

Un’integrazione di questo studio più confortante arriva dall’SDA, School of Management della Bocconi. L’analisi sul comparto del refitting, effettuata dagli economisti milanesi, evidenzia, seppur in regime di contrazione, una sostanziale tenuta delle quote di fatturato realizzate su unità di bandiera estera.