Il 2008 chiude una lunga fase di crescita che ha visto l'imprenditoria nautica italiana principale motore dell’innovazione e della ricerca nei processi produttivi del comparto, portando il prodotto italiano a livelli di qualità assoluta nel panorama internazionale.
 
Dopo un decennio di inarrestabile crescita per la nautica italiana, la crisi finanziaria mondiale ha repentinamente aperto nuovi scenari economici, ridimensionando di fatto ogni precedente valutazione sulle dinamiche del settore. Considerando gli indicatori analizzati nei capitoli della pubblicazione “La Nautica in cifre - edizione 2009”, si può valutare che il 2008, per l'industria nautica, sia stato un anno la cui crescita è stata positiva per i primi otto mesi, crescita interamente riassorbita dalla brusca battuta d’arresto dell’ultimo quadrimestre. I dati complessivi del comparto si sono pertanto assestati sugli stessi valori del 2007, con un fatturato globale di circa 6,18 miliardi di euro e un contributo al PIL stabile, intorno ai 5,55 miliardi di euro.

La tendenza negativa degli ultimi mesi del 2008 è proseguita nei primi mesi del 2009. Il consuntivo dell’anno 2009 corrente sarà disponibile soltanto in sede di chiusura di bilanci delle aziende di fine anno. E’ certo però che, per tornare ai numeri del 2007, sarà necessario almeno ancora un triennio.

Per l’anno 2008 il valore della produzione italiana delle sole unità da diporto si è attestato a 3,36 miliardi di euro (+ 1,2 % rispetto al valore del 2007).

Se si considerano anche i comparti delle riparazioni e rimessaggio, degli accessori e della componentistica e il settore dei motori si ha il valore della produzione nautica totale dell’Italia che per il 2008 ammonta a 4,98 miliardi di euro, attestandosi sul valore del 2007. Ugualmente il fatturato nautico complessivo (che tiene conto oltre che della produzione anche delle importazioni) della nautica da diporto vale per il 2008 6,18 miliardi di euro (assestato, quindi, sugli stessi valori del 2007).

Il contributo della nautica al PIL nazionale è stato calcolato utilizzando le matrici input-output e risulta per il 2008 pari a 5,55 miliardi di euro (+0,2%).

Per quanto riguarda il livello occupazionale degli addetti del settore della nautica da diporto, l’indagine svolta da UCINA per il 2008 ha censito per le aziende della nautica sia gli addetti diretti sia gli indiretti che lavorano in maniera prevalente per una azienda, stimando in circa 35.110 unità l’occupazione diretta della industria nautica. Ammontano a circa 120.000 i lavoratori dell’indotto.

Per quanto riguarda il leasing nautico, sulla base dei dati forniti da ASSILEA, nel 2008 le operazioni concluse hanno raggiunto il valore in termini assoluti di 2,2 miliardi di Euro, che in termini percentuali rappresentano una diminuzione del 17,2 % rispetto all’anno precedente. Il numero di contratti stipulati nel 2008 sono stati 4.085 con una diminuzione del 15,9%.
Nel corso del primo semestre 2009 il leasing nautico ha fatto registrare uno stipulato di 651 milioni di euro (in termini di finanziato) con un decremento del 54,78 % rispetto allo stesso periodo del 2008.
Con l’emanazione della Circolare 38/E dell’Agenzia delle Entrate del 22 luglio scorso, fortemente voluta da UCINA e condivisa con Assilea, l’Associazione di categoria di Confindustria si dichiara fiduciosa nella fruizione di questo strumento per la ripresa complessiva del settore nautico.

L’industria nautica italiana si conferma buona esportatrice di imbarcazioni per la nautica da diporto, vendendo all’estero il 55% del valore della produzione, di cui poco più della metà verso i paesi UE.
In particolare è evidente il miglioramento del saldo della bilancia commerciale italiana che vede un valore di 1,36 miliardi di euro come differenza tra esportazioni ed importazioni (+16,5 % sul 2007).

I numeri sopra riportati confermano che l’industria nautica italiana è pronta a ripartire, divenendo uno dei motori della ripresa del Paese. I nostri imprenditori continuano a credere e ad investire nel settore, ma per agganciare il treno della ripresa e sostenere la competitività del comparto sono indispensabili da parte del Governo soluzioni concrete e fattive atte a rimuovere gli ostacoli burocratici, amministrativi e fiscali che storicamente ne frenano lo sviluppo, soprattutto nel mercato interno.
 
Fonte: UCINA Confindustria nautica