Via libera alla ripresa del dragaggio del fiume Corno, per facilitare l'accesso a Porto Nogaro. Dopo due anni di lavoro e progettualità, si è concluso positivamente a Roma l'iter della Conferenza dei servizi decisoria Stato-Regione per quanto riguarda il tema dei dragaggi e dell'utilizzo delle vasche per lo stoccaggio dei sedimenti; alla seduta erano presenti i tecnici del Ministero dell'Ambiente e della Salute e, per il Friuli Venezia Giulia, della Direzione dell'Ambiente.

La Conferenza dei servizi decisoria di oggi ha portato a conclusione un iter considerato strategico per l'economia regionale, chiudendo la fase progettuale e autorizzativa relativa al dragaggio del fiume Corno, e quindi all'ampliamento della profondità del canale di accesso a Porto Nogaro, prerequisito necessario allo sviluppo dei traffici portuali. "Si tratta di un obiettivo che giunge a compimento e dell' epilogo di un grande lavoro di programmazione e gestione normativa e amministrativa - ha commentato il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia e assessore all'Ambiente Luca Ciriani -; la gestione commissariale relativa ai problemi dell'inquinamento e dei dragaggi ha ottenuto oggi un primo risultato strategico per la Regione". Nel dettaglio, la Conferenza dei servizi ha approvato oggi l'utilizzo di due vasche di stoccaggio temporaneo che permetteranno di raccogliere i sedimenti dragati dal fiume Corno: le vasche, per una capacità di circa 100mila metri cubi di fanghi, dovranno venir modificate e adeguate funzionalmente per questo utilizzo, e i lavori - il cui costo è previsto in circa 5 milioni di euro - inizieranno a breve, tanto che il dragaggio, secondo le previsioni, potrà iniziare già a dicembre per concludersi entro la metà del 2012.

Verranno asportati circa 100 mila metri cubi di sedimenti dal fiume Corno, ciò permetterà di potenziare il pescaggio del canale di accesso a Porto Nogaro fino a 7,5 metri di profondità, favorendo una migliore gestione e un maggiore utilizzo delle banchine e lo sviluppo dei traffici. Sono stati invece richiesti ulteriori approfondimenti relativi all'inquinamento della zona ex-Caffaro (macroarea 7), analisi che verranno effettuate a stretto giro dall'ARPA. "Il prossimo obiettivo da raggiungere - ha dichiarato il vicepresidente Ciriani - riguarda l'autorizzazione del Governo al riutilizzo in chiave industriale di 143mila metri quadri nella zona ex-Caffaro, che attendiamo prima della fine dell'estate".


Fonte: Ufficio stampa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia