Città e porto hanno saputo lavorare bene insieme, grazie a un dialogo virtuoso costruito in questi ultimi anni con quelle Istituzioni che vogliono proiettare lo scalo giuliano verso il futuro: il Comune di Trieste in primis, al cui territorio si collega gran parte dell’area demaniale, e poi il Comune di Muggia, la Provincia di Trieste e la Regione FVG.

Lo ha affermato il Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, Claudio Boniciolli, a conclusione del suo mandato (ufficialmente in scadenza il 4 dicembre, ma prorogabile), in una conferenza stampa indetta per tracciare un bilancio dell’attività svolta dall’Amministrazione.
Risanamento del bilancio, crescita del patrimonio netto, aumento degli investimenti, riorganizzazione interna, avvio dei cantieri: sono solo alcuni dei risultati raggiunti dall’inizio del 2007 ad oggi, che sono stati illustrati dal Segretario generale, Martino Conticelli.

"Per capire dove andiamo - ha esordito Conticelli, evidenziando una serie di dati raccolti in alcune slide significative - bisogna sapere da dove veniamo, ossia qual era la situazione del porto di Trieste che abbiamo trovato all’inizio del 2007. Da una relazione della Corte dei Conti, relativa all’Esercizio 2006, si deduceva che vi era un notevole disavanzo finanziario ed economico (2.223.948 Euro), sintomatico delle difficoltà operative connesse alla gestione dell’Ente e dall’estrema lentezza nella realizzazione di interventi, già finanziati. La struttura organizzativa al 31/12/96 veniva valutata con un indice di efficienza pari allo 0,84% (tra i più bassi a livello nazionale) e, in quasi 12 anni, non ci si era mai avvalsi dell’opportunità prevista dalla legge n. 84/1994 di costituire apposite società nelle quali far confluire il personale in esubero (66 persone su 231 in forza, per un costo di quasi 13 milioni di Euro, che incideva sui ricavi per oltre il 50% dei costi)".

L’analisi delle criticità, effettuata all’inizio del mandato Boniciolli per la definizione del Piano operativo triennale, evidenziava come il porto di Trieste presentasse, tra l’altro: un’estensione limitata delle aree operative portuali, una scarsa dimensione delle zone retro portuali, ampie aree molto inquinate (SIN), un’inefficiente organizzazione degli spazi e dell’uso del regime dei Punti Franchi, la mancanza di disponibilità finanziarie per le attività di manutenzione, ecc.

"Una situazione alquanto delicata - ha affermato il Segretario generale - anche perché limitava gli interventi strutturali in porto: a metà 2007 erano in corso solo quattro lavori, ossia il recupero funzionale del magazzino 26, il rinforzo e adeguamento della banchina e il recupero del magazzino 1 al Molo 4, il prolungamento della diga Foranea antistante Riva Traiana".

Durante l’era Boniciolli, grazie all’apporto dei suoi collaboratori (fra i quali nuovi ingegneri e altre figure professionali) - come ha sottolineato il Presidente, ricordando i compiti dell’Autorità Portuale definiti dalla legge n. 84/1994 - la situazione è nettamente migliorata. Per quanto riguarda il risanamento del bilancio, la gestione corrente al 31.12.2009 ha visto un saldo attivo per oltre 12,5 milioni di euro, tutti investiti in interventi infrastrutturali. L’azione ha consentivo di portare il patrimonio netto dell’Ente da 0 (fine 2006) a quasi 25 milioni di Euro, e la gestione in conto capitale ha sancito un aumento delle spese (oltre 45 milioni di Euro) a fronte di 25 milioni di entrate (la differenza è stata coperta dall'autofinanziamento). Appare quindi evidente - ha affermato Martino Conticelli - che il risanamento del Bilancio ha creato nuova disponibilità finanziaria, per sostenere il programma di manutenzione e i progetti di sviluppo del porto. Il taglio della spesa ha riguardato esclusivamente la spesa improduttiva e non quella per investimenti e l’avanzo di parte corrente è stato infatti totalmente utilizzato per far fronte ai lavori pubblici programmati.

Il risanamento interno ha portato a una riorganizzazione della struttura organizzativa che, al 31/12/2010 vede 170 persone in forza, di cui 94 in dotazione organica e 76 in esubero, raggiungendo un indice di efficienza pari a 1,93%, con l’obiettivo (al 31/12/2013) di portarlo al 2,31% con 100 persone in forza e solo 6 in esubero.

"Facendo buon uso delle possibilità previste della legge n. 84/1994 - ha spiegato Conticelli - nell’aprile 2007 è stata costituita la Trieste Terminal Passeggeri SpA, nel febbraio 2009 la Porto di Trieste Servizi SpA e nel 2009 l’Istituto di Cultura Marittimo Portuale: si è avviato il processo per un utilizzo produttivo del personale in esubero e, successivamente, promossa un’azione per la valorizzazione di tali società ai fini della loro cessione (come nel caso della TTP il cui 60% del capitale è stato ceduto per 4,2 milioni di Euro ad un qualificato gruppo di operatori, in grado di rilanciare l’attività croceristica e dei traghetti)".

Anche grazie all’attrazione di investimenti privati importanti e certi (fra i quali, la realizzazione dei Magazzini frigoriferi ad opera del Gruppo Gavio, la ristrutturazione del Molo VI ad opera della Parisi SpA), sono stati avviati (e in molti casi ultimati o in via di completamento) molti interventi strutturali: demolizione del magazzino 62 (per un valore di 2 milioni), prossima demolizione dei magazzini 61, 63 e 64 (6 milioni, con investimento del concessionario), ristrutturazione del magazzino 42 (10 milioni), transtainer ferrovie Molo VII (4 milioni), adeguamento funzionale edificio ex Arsenale (800.000 Euro), ristrutturazione della palazzina ex CULP (5 milioni) da adibire a zona accoglienza e ristoro per marittimi e camionisti esterni, ristrutturazione della Centrale Idrodinamica (7 milioni).

"Una particolare attenzione - ha evidenziato Conticelli - anche agli investimenti per un miglioramento della situazione ambientale, come la sostituzione delle tettoie in cemento/amianto allo Scalo Legnami e la futura realizzazione di un impianto fotovoltaico (fra i più grandi a livello portuale europeo e senza costi per l’ente), oppure quelli per una modernizzazione dei servizi portuali, come la creazione di un sistema informatico efficiente per l’uso del bene demaniale, la copertura wireless del Porto Nuovo e di tutte le Rive, il sistema Black Box”.
Ultimo ma non meno importante, fra i successi elencati e fondamentali per lo sviluppo del porto, l’approvazione del Piano Regolatore Portuale, la variante del Piano Regolatore P.F.V. e la recente concessione alla società PortoCittà dell’area del Porto Vecchio per la sua riconversione ad attività di "portualità allargata".

"Fra gli interventi previsti ma che non abbiamo potuto realizzare - ha affermato il presidente dell’Autorità Portuale di Trieste - quello della Piattaforma logistica merita un discorso a parte: un progetto pronto, al quale mancava - oltre al finanziamento, promesso del Ministro Matteoli un anno fa, di 50 milioni di Euro (successivamente ridotti a 30 milioni di Euro) - l’approvazione tecnica del CIPE, senza la quale non abbiamo potuto procedere, neppure avviare la richiesta di altri contributi comunitari, pur in presenza di un investitore (Gruppo Gavio) disposto a partecipare all’operazione. Un progetto sempre valido e necessario - ha concluso Claudio Boniciolli - per un porto che non ha più aree disponibili da dare in concessione".

Federica Zar
© photo - Marino Sterle

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