La Commissione nazionale ha dato oggi parere favorevole alla Valutazione di impatto ambientale (VIA) per l’escavo del canale del Porto di Monfalcone: si conclude dopo un lungo tempo - la procedura era iniziata a metà del 2013 - un iter decisivo per sbloccare la realizzazione dell’opera.
E’ un risultato che premia il buon lavoro fatto innanzitutto dall’Azienda Porto, d’intesa con la Regione e con i suoi funzionari, con i quali ci si è rapportati in maniera costante e costruttiva, con la collaborazione del CSIM al quale era stata affidata la redazione del progetto definitivo.
L’approvazione contiene delle prescrizioni importanti, più volte dialetticamente discusse, quindi note, che saranno pur nella loro onerosità rispettate, ma in particolare la Commissione non ha richiesto di rifare la caratterizzazione dei fanghi, riconoscendo valida, la esplicita richiesta della ASPM e del suo Direttore, responsabile unico del processo (RUP) che, d’intesa con la Direzione regionale infrastrutture, aveva promosso la validazione da parte dell’ARPA nel 2011 della caratterizzazione esistente.
Qual era il percorso proposto? Semplicemente si era intrapreso un percorso ingegnoso, tecnicamente valido e sostenibile, per ottenere il medesimo obiettivo risparmiando notevoli risorse (al tempo CSIM stimava circa un milione di euro la caratterizzazione ex novo), come qualsiasi buon padre di famiglia avrebbe fatto con le proprie limitate risorse.
Il ragionamento era semplice: le analisi effettuate sul fondale del canale del porto di Monfalcone nel 1999 avevano evidenziato criticità solamente per la presenza di mercurio (metallico, HgS), nessun altro inquinante critico. Tale mercurio si trova nei primi 80 cm di fondale, essendo stato depositato dal fiume Isonzo nel suo effluvio in mare. Nel 2003 era stato effettuato un approfondimento del canale e del bacino di evoluzione che non poteva aver peggiorato la situazione (anzi, l'ha sicuramente migliorata: è come se fosse passata una scopa sul fondo a pulire la parte superficiale dei sedimenti, proprio quelli che contengono mercurio).
Sulla base di queste considerazioni si propose di effettuare una campionatura della caratterizzazione proprio negli stessi punti dove era stata fatta la campagna del 1999.
L’Azienda Speciale del Porto, organo della CCIAA di Gorizia, soggetto delegato dalla Regione a realizzare l’escavo, espose la tesi alla Direzione regionale, ottenendone entusiastico sostegno da parte dell’allora Direttore dott. Danese; si iniziò quindi un percorso di condivisione con Arpa FVG, scelta non effettuata a caso, ma proprio perché Arpa aveva effettuato le analisi nel 1999, superando anche manifeste opinioni contrarie, nell’ambito del gruppo di progettazione.
L'Arpa, dunque, effettuò le analisi commissionate, confermando la validità della nostra tesi, come si deduce dai referti: “i dati rilevati nel corso della campagna 1999 possono essere considerati dei validi descrittori anche delle attuali concentrazioni degli inquinanti monitorati nei sedimenti del canale”.
Tutto ciò risponde e fa giustizia anche di recenti ed interessate notizie di stampa degli scorsi giorni che sollevavano dubbi e preoccupazioni sull’iter del procedimento, sulla validità della richiesta di non effettuare la caratterizzazione dei fanghi, su contenuti sbagliati del progetto di escavo, redatto dal CSIM, addossando tutta la responsabilità alla insipienza di chi amministra la ASPM.
Bene! Con buona pace di tutti, tutto ciò è ora smentito dai fatti!
La ASPM, in quanto soggetto delegato dalla Regione a realizzare i lavori di escavo fino a 12,5 m, ha la necessaria competenza e professionalità per portare a casa il risultato atteso da molti anni dalla comunità locale e da chi opera in Porto e lo farà con il massimo impegno!
Si potrà ora dar corso e richiedere tutte le autorizzazioni necessarie al lancio della gara europea di appalto dei lavori, perseguendo anche possibili miglioramenti del progetto, come è consueto e doveroso in questi casi, ed auspicate e perseguibili economie di tempo e di costo.
Gli appuntamenti delle prossime settimane prevedono la formalizzazione del decreto di VIA, di concerto tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutele del Territorio e del Mare ed il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, quindi la convocazione della Conferenza dei Servizi da parte della Regione per il pronunciamento finale, e la successiva autorizzazione da parte della Capitaneria di Porto, quindi dello Stato (ministero delle Infrastrutture e Trasporti).
L’auspicio è quello di poter concludere questo iter entro l’inverno in corso e poter lanciare la gara di appalto la prossima primavera, tenendo presente che i lavori materiali, secondo le prescrizioni della Commissione VIA e della Regione stessa, possono essere svolti solo nel periodo autunnale ed invernale per non interferire con le attività di maricoltura.
 
FONTE: Ufficio stampa ASPM