Un progetto per la ripresa nel settore nautico fondato sulla spinta degli investimenti da parte dei privati ma anche su specifici provvedimenti legislativi di incentivazione. Lo ha sottoposto Ucina, la confindustria della nautica, all'attenzione del governo e in particolare il presidente Anton Francesco Albertoni alla vigilia dell'apertura del 49mo salone nautico internazionale di Genova. Il progetto, che avrà una durata triennale, è stato illustrato ai ministri delle infrastrutture e trasporti Altero Matteoli, del turismo Michela Vittoria Brambilla, e al vice ministro dell'economia e delle finanze Giuseppe Vegas, nel corso dell'assemblea generale della nautica (L'industria nautica motore della ripresa) nel giorno di apertura del salone, il 3 ottobre. «Nel quinquennio 2003-2007 - ha precisato Albertoni - con pochi provvedimenti legislativi (in particolare il leasing nautico, la legge sulla nautica da diporto e il codice della nautica) il settore ha dimostrato di saper moltiplicare il proprio fatturato e contributo al PIL e i propri addetti diretti. I finanziamenti privati previsti dalla nostra proposta, se accompagnati da provvedimenti legislativi, in gran parte tecnici, potranno, e lo dimostreremo, dare un impatto sull'economia nazionale molto importante in termini sia di posti di lavoro sia di recupero di gettito fiscale».
 
“Abbiamo voluto mettere i rappresentanti del Governo intervenuti di fronte a dati concreti, di fronte a un pacchetto di proposte che abbiamo chiamato “Piano per la nautica” composto da otto azioni concrete, in parte realizzabili con semplici atti amministrativi, dimostrando che queste otto azioni, ciascuna per sé, possono raccogliere investimenti privati, possono dare posti di lavoro e possono recuperare gettito diretto per l'erario”.
 
Albertoni ha sottolineato come, negli ultimi 10 anni, il settore abbia dimostrato grande capacità di crescita, triplicando il fatturato, che nel 2008 ha superato i 6 miliardi di euro, e triplicando il numero di addetti raggiungendo i 35mila occupati diretti che diventano 120mila nell'indotto.
 
“Le risposte che ci sono arrivate dai Ministri alle Infrastrutture e Trasporti Matteoli e al Turismo Brambilla - ha aggiunto Albertoni - sono in linea con quanto speravamo. Ora il tutto andrà attuato e non sarà un percorso rapido. È un piano che prevediamo abbia un'estensione di tre anni ma che si pone un obiettivo importante: dare 15mila nuovi posti di lavoro, più di 3 miliardi di investimenti privati e 450 milioni di gettito Iva”. Albertoni ha sottolineato la grande capacità di competere dell'industria nautica che, quest'anno, a fronte di un calo di ordini del 30 per cento a livello mondiale, resta leader assoluto in Europa e a livello di grandi barche. Dopo aver ricordato l'importanza della recente circolare dell'Agenzia delle Entrate sul nuovo leasing nautico, Albertoni ha rivolto un appello al sistema bancario. “In nessun paese al mondo come in Italia - ha dichiarato il Presidente di Ucina - gli imprenditori garantiscono il credito alle aziende tramite garanzie personali. Con un'offerta di credito dimezzata rispetto al 2008, che non potrà che peggiorare alla presentazione dei bilanci 2009, è indispensabile per la loro sopravvivenza intervenire sul sistemi di valutazione introdotti da Basilea Le banche tornino a guardare ai progetti industriali, di sviluppo e di crescita, ma soprattutto - ha concluso Albertoni - riportino il costo del denaro a livelli competitivi europei”.
 
È stato poi il tema delle infrastrutture, e quindi dei porticcioli turistici, il più dibattuto durante l'Assemblea Generale della Nautica. A questo proposito. Albertoni, ha ribadito alcune richieste al Governo, ovvero “norme più snelle e soprattutto meno burocrazia per l'attuazione di questi piani regionali per la portualità turistica. Noi produciamo barche, ma la barca è un tramite per fare turismo nautico e il terminale di accesso all'indotto sul territorio del nostro prodotto è il porto turistico. Abbiamo voluto sottolineare ancora una volta al Governo che questo è forse l'unico settore che, parlando di infrastrutture, non ha mai chiesto una lira al Governo, nè oggi nè in passato, perchè le infrastrutture nel nostro settore, quindi i porti turistici li hanno sempre finanziati il privato e noi volgiamo che continui ad essere così anche in futuro”.

Per ulteriori informazioni > slide esplicativa del Piano per la nautica

5 ottobre 2009