Durante l’incontro “PORTO DI VENEZIA: IL DOMANI È OGGI - Verso la nuova alleanza tra Porto e Industria a Marghera”, il Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, ha illustrato i cambiamenti che hanno interessato negli anni il Porto di Venezia e che lo hanno reso un punto strategico nell’Alto Adriatico. 

Trent’anni fa, il Porto di Marghera era uno dei maggiori siti industriali europei, e certamente il primo italiano. Ad oggi, si può riconoscere il persistere dei tratti infrastrutturali di una delle più grandi aree portuali-industriali europee di sempre: 1447 ettari di aree operative portuali e industriali, 12 km di banchine attive, 135 km di ferrovie e 40 km di strade. Per quanto riguarda gli occupati a Porto Marghera, si registrano 13.560 addetti in 1.034 aziende che si occupano di attività portuali. 
 
Oggi il contesto europeo è sicuramente più chiaro di quello nazionale. Il Porto di Venezia, grazie alla sua posizione geografica strategica, è in grado di servire il mercato europeo a 360°; Venezia, uno dei porti NAPA dell’Alto Adriatico, è il luogo europeo più vicino ai mercati asiatici e africani oltre Suez. Inoltre, tenendo conto dell’evoluzione della geografia della manifattura, sempre più spostata ad est e sud est, Venezia è il porto più vicino ai luoghi della produzione manifatturiera di qualità in Italia e in Europa, e questo fa si che venga minimizzato il costo del trasporto sull’arco terrestre europeo delle catene logistiche Asia-Europa.
 
I dati dei traffici del primo quadrimestre del 2015 testimoniano che il complesso dei traffici è in crescita del 12.1% rispetto allo stesso periodo del 2014, grazie alla netta ripresa dei traffici di rinfuse liquide e alla forte crescita delle merci in container (+19.4% che porta il livello annuale di questi traffici al suo record storico che avvicina i 500.000 TEU) e ai traffici di general cargo (+ 32%).
 
 
Il commercio extra europeo ha registrato una forte crescita delle esportazioni, che dal 2002 al 2013 sono passate dal 38% al 46%. A questo ritmo, entro il 2020, le esportazioni Italiane verso i paesi Extra EU supereranno per valore quelle Intra EU, producendo una forte pressione sui porti (raddoppio flussi di traffico).
 
Dal 2004 al 2014, l’Autorità Portuale di Venezia ha investito 525 milioni di euro, serviti ad aumentare gli standard infrastrutturali dello scalo, effettuando l’escavo dei canali portuali per migliorare l’accessibilità nautica e realizzando i nuovi terminal AdM Fusina e MonteSydial. Tra gli investimenti operativi, i più rilevanti sono la semplificazione delle procedure doganali in export, la gestione unitaria della manovra ferroviaria primaria e secondaria e servizio 24h e la riattivazione del Punto Franco.
 
«Venezia è un porto eccellente da 15 secoli e che può ancora trovare in quella tradizione la forza per regalare all’Europa, all’Italia, al Veneto e Venezia un volano incomparabile di sviluppo e prosperità» ha concluso Paolo Costa.
 
 
Katia Macchietto