Se il senatore Russo avesse la pazienza di analizzare con onestà intellettuale il progetto del porto offshore nel modo in cui lo abbiamo presentato nella sua forma definitiva 2 giorni fa a Londra, troverebbe tutte le risposte alle sue domande. Un investimento apprezzato dalla comunità finanziaria internazionale perché capace di un tasso di rendimento interno non inferiore al 13% e documentato dalle analisi condotte da Pricewaterhousecoopers  su progetto redatto da Royal Haskoning e BMT Triton e su una analisi di mercato di MDS Transmodal. Analisi che valgono sicuramente più delle opinioni di qualche operatore controinteressato, ammesso che questi si siano espressi nei modi cui Russo fa cenno; cosa improbabile conoscendo la professionalità degli interlocutori e sicura per Canavese che me ne ha appena dato conferma e per Aponte (Msc) per il quale vale la dichiarazione rilasciata nel 2012.
Sull'impatto ambientale vale la valutazione di impatto ambientale positiva già espressa dal Ministero dell'Ambiente il 2 agosto 2013.
I 95 milioni che la legge di stabilità ha reintrodotto per correggere l'errore della Sblocca Italia servono per finanziare lavori da condurre nel 2015 per la parte onshore (a terra) del sistema e quindi utilizzabile fin da subito.
Trovo sconcertante poi ogni tentativo di accostamento dell'attività, cristallina e trasparente, dell'Autorità Portuale con le vicende del Mose.
Trovo infine spiacevole che si tenda a sottovalutare il fatto che l'offshore restituisce al porto di Venezia quella accessibilità nautica che con le barriere del Mose è andato generosamente sacrificando per la salvaguardia della città lagunare.
Questo ripristino è un impegno preso da Governo e Parlamento sin dal 2003 ed è un atto dovuto anche ai fini di quel rilancio di porto Marghera in cui Venezia, il Veneto e l'Italia sono impegnati.
Dispero ormai che Russo possa rendersi conto che lo sviluppo del porto di Venezia è il miglior contributo che si possa dare anche allo sviluppo di Trieste e Ravenna, così come di Capodistria e Fiume, perché è necessario che l'intero Alto Adriatico raggiunga le dimensioni di scala minime per competere sul mercato europeo. Obiettivo che la comunità finanziaria internazionale ritiene perseguibile e  l'UE necessario.

Fonte: Ufficio stampa Autorità Portuale di Venezia