"Capiamo la tentazione dei campanilismi e degli interessi particolari ma crediamo che la politica se vuol essere seria e responsabile non possa non sviluppare progetti locali e regionali con uno sguardo sempre proiettato al più alto interesse nazionale. Per questo abbiamo presentato un documento propedeutico ad un emendamento alla Legge di Stabilità che partendo da un’analisi della situazione attuale della portualità italiana con un particolare focus sull'Alto Adriatico, propone di recuperare i circa 100 milioni previsti per il progetto di porto offshore a largo di Venezia a favore di progetti integrati che potenzino tutte le strutture logistiche e portuali già esistenti (Ravenna, Venezia e Trieste in primis)".
Così i senatori Francesco Russo e Marco Filippi promotori di un documento firmato da una cinquantina di colleghi espressione di gruppi di maggioranza e di opposizione.
"Il consenso trasversale raccolto dal documento - anche da territori che non si affacciano sul Mare Adriatico - è la dimostrazione che questa non è una battaglia di campanile. Ci sta a cuore il futuro di Venezia, ma proprio per questo non possiamo dare il nostro assenso a un progetto solo apparentemente ambizioso il cui fallimento annunciato farebbe male alla credibilità dell'Italia e del Veneto. Un progetto sproporzionatamente costoso e, nel merito, considerato irrealizzabile ed antieconomico dagli stessi operatori portuali se non altro per i costi derivanti dalla rottura di carico che la nuova struttura prevederebbe.
Il piano strategico nazionale della portualità e della logistica che, come obiettivo finale, si ripropone di concentrare i fondi disponibili su poche opere davvero necessarie ci chiede progetti sostenibili, integrati e possibilmente sostenuti da una preventiva disponibilità dei privati di accollarsi gli oneri delle nuove opere, ed il porto offshore di Venezia sicuramente non rientrerebbe in questo perimetro.
Confermando al presidente dell’Authority di Venezia Paolo Costa e a tutti i decisori politici ed economici del Veneto la piene disponibilità ad un confronto nel merito ci auguriamo sia possibile ragionare su progettualità condivise che, nell’ottica di un sistema realmente integrato fra i porti dell’Alto Adriatico, possano davvero essere funzionali all’intero Paese e non soltanto a una sua, pur importante, parte.