L incontro ha visto protagonisti come relatori Ervino Harej, manager di Automarocchi, Enrico Eva e Rita Rapotez di Confartigianato Trieste, nonché gli avvocati Paola Bardi e Alberto Pasino. "Lavorare assieme per lo sviluppo del porto di Trieste, di gran lunga la prima industria della città – ha affermato Zerbini – consente di rendere maggiormente competitivo il nostro scalo e di incrementare i posti di lavoro". E in questa catena logistica è presente un gruppo triestino di valore, ormai operante sull intero territorio nazionale e con sedi anche all estero: Autamarocchi, società di autotrasporto che con i suoi 900 dipendenti e una flotta di 640 autoarticolati e 1250 semirimorchi ha introdotto diverse formule innovative per la gestione dei servizi. «A Trieste abbiamo a che
fare con un porto estremamente moderno perché c è tanta intermodalità, ma questo – ha spiegato Harej - non è in contrasto con la nostra attività. Del resto, in Italia, vista la situazione geografica è difficile servire tutto con il treno. E L "ultimo miglio" viene fatto dai camion».

 

Fonte: Autamarocchi