Un modello di governo sovranazionale delle infrastrutture di corridoio e un modello di promozione dei traffici per rendere compatibile il processo di liberalizzazione con efficaci scelte di politica dei trasporti. Sono i due obiettivi di un progetto di ricerca internazionale avviato dall’Università di Udine con gli atenei di Berlino, Lubiana e Vienna, e il Registro italiano navale (Rina). Il progetto, dai contenuti sperimentali, è coordinato dal gruppo di ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione europea dell’Ateneo udinese.

Il primo prodotto del progetto prevede un modello di governance di infrastrutture e sistemi (porti, off docks, inland ports e corridoi) che interessano una pluralità di Stati per garantire il loro equilibrato sviluppo, sia sotto il profilo della realizzazione sia sotto quello dell’accesso e della concorrenza. L’ipotesi allo studio è un’Agenzia internazionale o europea alla quale gli Stati contribuiscano parte della loro sovranità e retta dagli strumenti del diritto internazionale e/o dell’Unione europea.

Il secondo prodotto della ricerca è un modello di promozione dei traffici che renda compatibile la liberalizzazione prevista da varie organizzazioni regionali (come l’Unione europea e il Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale) o globali (l’Organizzazione mondiale del commercio - Omc) con politiche dei trasporti che favoriscano lo sviluppo dei traffici di operatori verticalmente integrati nei settori della terminalistica, della spedizione e della trazione.

Lunedì 7 ottobre il gruppo di ricerca guidato dall’Università di Udine, al quale partecipano studiosi che lavorano in diverse parti del mondo, proseguirà i suoi lavori a Monaco di Baviera.

«Non sfugge l’importanza di questo progetto – sottolinea Elisabetta Bergamini, ricercatrice del gruppo dell’Università di Udine impegnato nel progetto – a pochi giorni dall’approvazione definitiva degli Orientamenti dell’Unione europea per la rete transeuropea di trasporto (TEN-T) prevista per il 7 ottobre, la cui disciplina, pur avanzata, non offre ancora risposte definitive proprio nel caso di corridoi che, attraversando più Stati membri, non si sviluppano in modo armonico. Non vi è dubbio che, con riguardo ai corridoi europei, ad esempio, proprio per l’obiettivo della coesione e della crescita economica, sia indispensabile un’ulteriore area di rinuncia dei singoli Stati alla loro sovranità».

Per la professoressa Alina Maria Lengauer dell’Università di Vienna «le esperienze della ristrutturazione di DB Schenker nel 2000 e di Alitalia nel 1997, nella parte in cui hanno previsto un aumento di capitale condizionato alla privatizzazione, alla concentrazione dei punti di origine/destinazione e all’integrazione industriale, paiono le più significative, ma vanno integrate con i nuovi principi sopravvenuti in materia di tutela degli utenti».

Fonte: Università di Udine