L’Autorità Portuale di Trieste, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Trieste, i Comuni di Trieste e Muggia e l’Ente Zona Industriale di Trieste hanno sottoscritto quest’oggi alla presenza del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, l’Accordo di Programma per gli “Interventi di riqualificazione ambientali funzionali alla reindustrializzazione e infrastrutturazione delle aree comprese nel Sito di Interesse Nazionale di Trieste”.
Attori fondamentali dell’Accordo il Ministero, l’Ezit e l’Autorità Portuale, particolarmente attivi e impegnati in questi mesi per trovare una soluzione definitiva all’ormai annoso problema del Sito inquinato di interesse nazionale della provincia di Trieste, proprio per dare ossigeno allo sviluppo del territorio.
L’Accordo, infatti, contiene interessanti novità e semplificazioni amministrative, regolando le modalità di esecuzione degli interventi da parte di ciascun soggetto contraente, il controllo dell’attuazione degli stessi e la verifica del rispetto delle condizioni fissate. Si parla dell’attesa accelerazione e semplificazione delle procedure di bonifica e riqualificazione ambientale, applicando in maniera puntuale le disposizioni normative dettate nel d.lgs. 152/2006; di facilitazione e accelerazione di programmi di investimenti e sviluppo produttivo che consentano in via prioritaria il riuso dei siti produttivi; di coordinamento degli strumenti urbanistici.
Sarà l'Ente per la zona industriale di Trieste a occuparsi delle caratterizzazioni e dell’analisi di rischio delle aree a terra. Per l’area a mare, invece, il completamento della caratterizzazione e dell’analisi di rischio competerà al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, che si avvarrà dell’Autorità Portuale. Spetterà infine all’Ezit predisporre un modello idrogeologico dell'intero Sito nazionale.
<Credo che l'averci dato un ruolo così importante sia in fondo un riconoscimento per l'attività svolta. Tutto ciò che ci è stato affidato finora – ha commentato il presidente dell'Ezit, Dario Bruni – siamo stati in grado di portarlo avanti con professionalità. Tra le novità inserite nell'Accordo, spiccano la riduzione delle tempistiche burocratiche (la restituzione agli usi legittimi dei terreni non dovrà attendere la Conferenza dei Servizi ma avverrà entro 30 giorni dalla comunicazione al Ministero) e l'uscita di scena della teoria del “danno ambientale” e della transazione a carico delle aziende insediate, uno dei principali motivi di contrasto contenuti nella precedente ipotesi di accordo>.
<In particolare, all’art. 7, relativo alla caratterizzazione e bonifica degli arenili, dei sedimenti marini e delle acque superficiali – precisa il presidente dell’Autorità Portuale, Marina Monassi - si prevede la proposta di revisione del Piano di Caratterizzazione già approvato, al fine di ottimizzare l’attività di campionamento e analisi per ridurre i tempi e focalizzare l’intervento su aree maggiormente critiche pur mantenendo un’adeguata visione d’insieme. Rispetto alle altre attività di caratterizzazione viene data la priorità agli arenili e, in particolare, a quelli antistanti il territorio del Comune di Muggia. L’art. 10, comma 7, dell’Accordo – conclude Marina Monassi - prevede che, per l’area a mare, il completamento della caratterizzazione, ivi inclusa l’analisi di rischio ove necessaria, compete al Ministero dell’Ambiente che si avvale dell’Autorità Portuale. E il presidente dell’Autorità Portuale o un suo delegato parteciperanno al Comitato di indirizzo e controllo per la gestione dell’Accordo, come previsto dall’art. 13 dell’Accordo stesso>.

Per quanto riguarda poi la caratterizzazione e la bonifica dei suoli, l’art. 8 dell’Accordo prevede che la restituzione delle aree all’industrializzazione e/o infrastrutturazione avvenga quando ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni:
a) quando i suoli presentano livelli di inquinamento inferiori a quelli stabiliti dalla norma in funzione all’uso che si intende dare all’area e sulla base degli esiti dell’analisi di rischio, ove necessaria;
b) quando le acque sotterranee presentano valori di riferimento conformi agli obiettivi di qualità stabiliti dal Piano Regionale di Tutela delle acque, adottato dalla Giunta regionale.
Grosse novità, come detto sopra, riguardano poi le tempistiche – notevolmente abbreviate – per la restituzione agli usi legittimi di aree in possesso delle condizioni di cui ai punti predetti: tale restituzione avverrà entro 30 giorni, su istanza del soggetto interessato, con decreto del Ministero dell’Ambiente. <Una velocizzazione particolarmente importante – rileva il presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti - che in tal modo consentirà a nuove imprese di insediarsi sul nostro territorio e a quelle operanti di programmare con maggiore incertezza investimenti che in certi casi erano bloccati da tempo>.

Sempre nell’ambito delle misure di semplificazione amministrativa, i termini per l’adozione del provvedimento finale sono, in particolare, di 30 giorni sia per il piano di caratterizzazione, sia per la restituzione agli usi legittimi e per la pronuncia della Conferenza di Servizi preliminare.
Le parti firmatarie dell’Accordo hanno convenuto che, ove ne ricorrano le condizioni, i soggetti privati potranno presentare proposte di programmi e interventi di riconversione industriale e di sviluppo economico produttivo di aree ricadenti entro il perimetro del Sito di Interesse Nazionale, anche in attuazione del Protocollo d’Intesa tra Autorità Portuale e Ministero dell’Ambiente siglato il 13/12/2011.

Fonte: Camera di commercio Trieste