"Mareterra 2010 - mettersi in gioco per riagganciare lo sviluppo" è il convegno di Legacoop sul futuro della portualità, sui progetti e le priorità della cooperazione per rilanciare lo scalo marittimo ravennate, che si è svolto lunedì 15 novembre a Ravenna.

Lo studio presentato parte da quanto elaborato e discusso in occasione di Mareterra 2008, alla luce però della recente fase di recessione mondiale, che ha colpito tutti i principali porti del mondo. La comparazione con i dati dell’anno in corso intende mettere in evidenza dove oggi si colloca il Porto di Ravenna, e dove può collocarsi nel breve periodo, in riferimento allo scenario internazionale (considerando i trend europei e quelli relativi allo scacchiere del Mediterraneo) e nazionale. La crisi ha reso particolarmente serrata la competizione in atto e ciò ha messo in difficoltà soprattutto i porti italiani di transhipment, penalizzando tutta la portualità nazionale da essi dipendente e ha portato ad affacciarsi nel Mediterraneo nuovi concorrenti nordafricani e asiatici.

"Gli operatori del Porto - afferma il Presidente di Legacoop Ravenna, Giovanni Monti - hanno in questi anni realizzato uno sforzo straordinario per ottenere i risultati raggiunti, diversamente non saremmo qui a parlare di futuro. In questi anni, però, sono cambiati i luoghi e i soggetti della competizione e serve un grande, nuovo scatto per costruire attorno al Porto un sistema logistico di rilievo nazionale ed europeo, un nuovo slancio che deve avvenire in alcuni anni non decenni. Come Legacoop siamo pronti a metterci in gioco per offrire il nostro contributo, consapevoli che serve un nuovo patto con le istituzioni, il mondo del lavoro, le imprese, il sistema finanziario e bancario".

Il porto di Ravenna registra un meno 16 per cento di traffici complessivi sul 2008, che è l’ultimo anno in cui ha presentato un andamento positivo. Per Alcuni traffici di riferimento di Ravenna si è in presenza di una crisi strutturale, che prevede il cambio complessivo di prospettiva, con scelte di delocalizzazione o di destrutturazione. Tra il 2010 e il 2011 i traffici complessivi del porto potrebbero riattestarsi ai valori del 2008: questo significa che c’è un riallineamento sostanziale alla produzione locale. In merito ai container, che hanno avuto un andamento sfalsato di sei mesi rispetto ad altri porti, la crisi 2009 è stata meno acuta, ma la ripresa appare comunque lenta.

Dal convengo e dalla tavola rotonda emerge che le priorità sulle quali è necessario fare sistema sono l’approfondimento dei fondali a -14,5 metri; la realizzazione delle banchine; il nuovo terminal containers, agendo con gli importanti operatori attualmente presenti e se possibile, individuarne altri di spessore internazionale e mondiale come può essere la Contship; la nuova Romea con priorità al tratto Cesena-Ravenna-Ferrara mare; l’ottimizzazione delle linee ferroviarie.

"Si tratta di interventi forti senza i quali - come ha sottolineato Rudy Gatta, responsabile Porto di Legacoop - il porto andrà incontro a una riduzione di ruolo e peso specifico nell’ambito della portualità adriatica. Il porto di Ravenna - continua Gatta - rappresenta ancora uno dei principali punti di rifornimento delle materie prime per molte regioni italiane. In questo campo è una risorsa per l’Emilia-Romagna, che è una regione da sempre vocata all’export ed è importante quindi che il porto riesca a confermarsi un’infrastruttura privilegiata per i traffici di merci che dall’Emilia-Romagna vanno verso i mercati orientali, quali quello cinese e quello indiano". Per Legacoop è fondamentale lo sviluppo del Porto di Ravenna nell’ambito del sistema degli scali marittimi dell’Alto Adriatico e con particolare soddisfazione Rudy Gatta ha sottolineato come da tempo si stia lavorando in tal senso. "Sin dal 2004 - spiega Rudy Gatta - come Legacoop abbiamo sostenuto la necessità di creare "una piattaforma della portualità" che per dimensioni ed efficienza possa essere competitiva con realtà simili a livello mondiale e il Napa, il North Adriatic Port Association istituito l’1 marzo di quest’anno, risponde a queste esigenze, è fondamentale per lo sviluppo del nostro scalo marittimo e, più in generale, della portualità italiana".

Legacoop ritiene che la ripresa delle economie asiatiche porterà nuovamente al consolidamento di grandi flussi di import/export anche in Europa e ciò crea le condizioni affinché il Porto di Ravenna possa riconfermare il suo ruolo di motore essenziale per lo sviluppo del territorio. Tale opportunità può essere realizzata costruendo un efficiente sistema logistico territoriale che integri mare, gomma, ferro ridefinendo le priorità in un quadro di coerenza con le esigenze dello scenario e le risorse scarse. Ciò deve essere realizzato mettendo in campo anche azioni istituzionali finalizzate a realizzare una "cabina di regia per il Porto", cabina di regia che presidi le strategie di alleanze, la ricerca e gestione delle risorse, l’elaborazione e l’integrazione di progetti e azioni per lo sviluppo del sistema e per individuare e perseguire nuovi ambiti su cui competere.

I lavori della giornata, coordinati dal presidente di Legacoop Ravenna Giovanni Monti, sono stati aperti dalla relazione del responsabile Porto di Legacoop Ravenna, Rudy Gatta. Salvatore Melluso, di SCS consulting, ha poi illustrato l’analisi del settore portuale ravennate e le opportunità future.
A seguire si è tenuta una tavola rotonda coordinata da Lorenzo Tazzari, a cui hanno partecipato il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, il presidente della Provincia Francesco Giangrandi, il presidente della Camera di commercio Gianfranco Bessi, il presidente dell’Autorità portuale Giuseppe Parrello, l’amministratore delegato di Cmc Dario Foschini, l’assessore regionale ai Trasporti Alfredo Peri e il presidente regionale di Legacoop Paolo Cattabiani.


Fonte: Ufficio stampa Legacoop Ravenna