Un rosario di racconti, anzi le mille e una notte dell'Adriatico. Un libro aperto con le tante storie di uomini e donne che hanno guardato l'Adriatico da una riva o dal ponte di una nave, che lo hanno invocato per placarne le furie o su di esso si sono avventurati alla ricerca di venti propizi, imprese e fortuna su navi spinte in volo dalle vele.
È questa l'anima di "Nel mare dell'intimità. L'Archeologia subacquea racconta l'Adriatico", la mostra dedicata alla memoria di Predrag Matvejevic, che sta per prendere il via a Trieste, e illustrata oggi in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti Gianni Torrenti, assessore regionale alla Cultura, Giorgio Rossi, assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Rita Auriemma, direttore dell'Ente regionale per il patrimonio culturale Erpac, Luca Caburlotto, direttore del polo museale del Friuli Venezia Giulia, Nevenka Grdinic, console generale della Repubblica di Croazia, Franco Juri, direttore del Museo del mare Sergej Mašera di Pirano, e Tiziana Benussi, vicepresidente della Fondazione CRTrieste.
Allestita al Salone degli Incanti si apre al pubblico domenica 17 dicembre 2017. Sarà accompagnata da eventi collaterali, visite guidate, attività per le scuole e laboratori didattici e sarà visitabile fino al 1 maggio 2018.
Per la prima volta saranno offerti al pubblico in una visione d'insieme relitti, opere d'arte e oggetti della vita quotidiana, merci destinate alla vendita e attrezzature di bordo: circa un migliaio di reperti provenienti dai numerosi giacimenti sommersi e prestati per l'occasione da musei italiani, croati, sloveni e montenegrini e allestiti in uno spazio di più di duemila metri quadrati.
"Questa mostra, che è innanzitutto un vero progetto culturale, ci rende particolarmente orgogliosi per molte ragioni", ha affermato Torrenti, evidenziando che "oltre all'accuratezza dello studio e alla meticolosità con la quale sono stati scelti gli oggetti esposti, qualifica la rassegna la grande collaborazione riscontrata tra le sessanta istituzioni culturali italiane e internazionali".
"Il frutto di questa cooperazione - ha aggiunto l'assessore regionale - è un'esposizione ricca di un migliaio di reperti dalla quale il visitatore uscirà con l'idea chiara del dinamismo dei nostri paesaggi costieri e dei traffici commerciali che li animavano, usando l'Adriatico per costruire rapporti tra i popoli e creare una comunità e una cultura fortemente unitaria".
"Si tratta - ha concluso Torrenti - di un progetto culturale perché non finirà quando la mostra chiuderà i battenti: rimarranno gli investimenti fatti nei restauri, le idee per nuove esposizioni, i protagonisti di nuovi allestimenti nei musei regionali. Rimarrà, questo è l'auspicio, il seme di un rinnovato entusiasmo verso il futuro del patrimonio sommerso e dell'archeologia subacquea in Italia".
L'esposizione è curata dall'Erpac insieme al Comune di Trieste, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il polo museale del Friuli Venezia Giulia, la federazione Archeologi Subacquei, il Croatian Conservation Institute, l'International Centre for Underwater Archaeology e numerosi altri partner italiani e stranieri, con il patrocinio del ministero Beni e Attività Culturali e Turismo (Mibact), dei ministero della Cultura e del Turismo croati, del ministero della Cultura sloveno e con il sostegno, fra gli altri, di PromoTurismoFvg e Fondazione CrtTrieste.