La Commissione Ue ha chiesto che l'Italia conformi il sistema di tassazione dei porti alle norme in materia di aiuti di Stato. In termini pratici, si vuole che le Autorità di Sistema Portuale paghino le tasse come se fossero delle normali Spa
Il Governo italiano ha già fatto sapere di volere avviare un confronto con la Commissione europea perché le osservazioni, così come sono state formulate, di fatto significherebbero una limitazione gravissima nel piano degli investimenti infrastrutturali del nostro Paese. I maggiori costi che ne deriverebbero sarebbero sicuramente un vantaggio a favore dei Porti del Nord Europa, che iniziano a vedere e a valutare la crescita dei Porti Mediterranei come una concorrenza effettiva e crescente, nonostante le distanze ancora rilevanti, per quanto concerne i volumi di traffico movimentati.
Ma cosa significherebbe per i Porti italiani una diminuzione degli introiti dovuta alla tassazione sui redditi percepiti da concessioni e tasse portuali? Quali le conseguenze da una simile situazione? Quali i vantaggi e gli svantaggi di uno scenario che preveda porti a gestione privata? E' possibile, in ipotesi, percorrere questa strada?
Di tutto ciò si discuterà al Propeller Club di Trieste durante un incontro dal titolo “Commissione UE: le Authority dei porti devono pagare le tasse. Scenari ipotetici tra trasformazione in Spa e privatizzazione degli scali” al quale parteciperanno Zeno D’Agostino, (presidente AdSP MAO), Alberto Pasino (partner Zunarelli Studio Legale Associato), Francesco Parisi (presidente Gruppo Parisi) e Stefano Visintin (presidente Ass Spedizionieri FVG).

 L’incontro avrà luogo lunedì 4 Febbraio alle 18.30, nella sala Piccola Fenice di via San Francesco 5, a Trieste.