687 aziende, 1.300 delegati e circa 21.000 visitatori: questi i numeri dell’Offshore Mediterranean Conference & Exhibition, un incontro tra operatori del settore e  rappresentanti dei Paesi produttori del Mediterraneo che per tre giorni si sono confrontati a Ravenna su ricerca, sviluppo, innovazione e tecnologia per incrementare la sicurezza e la compatibilità ambientale delle attività estrattive.
Numeri importanti che confermano l’interesse dei Paesi del Mediterraneo verso la vetrina dell’oil&gas di Ravenna – ha dichiarato il Presidente di OMC 2015 Innocenzo Titonei. Da OMC 2015 gli operatori del settore e i rappresentanti dei Paesi produttori hanno confermato il loro impegno per lo sviluppo e la crescita dell’industria petrolifera, che negli ultimi 20 anni si è concentrata su ricerca, sviluppo, innovazione e nuove tecnologie per aumentare la sostenibilità delle attività estrattive. Abbiamo i più alti e restrittivi standard internazionali in campo di sicurezza – ha aggiunto Titone – ma abbiamo anche molte eccellenze tecnologiche italiane nel settore oil& gas.



I nostri impianti sono tra i più sicuri al mondo – ha detto il Direttore generale per le Risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, Franco Terlizzese, facendo il punto sulle regolamentazioni messe in atto dai paesi coinvolti in attività estrattive (Italia, Cipro, Croazia) con riferimento alla direttiva europea, per evitare il ripetersi di episodi come quello del Golfo del Messico. Insieme con le aziende petrolifere che operano nell’offshore – ha aggiunto Terlizzese – abbiamo promosso un sistema integrato di controllo degli impianti, delle strutture, delle condizioni ambientali in cui lavorano, per avere il punto zero della situazione di sicurezza e anche per quantificare come questa sicurezza aumenti in funzione degli interventi di miglioramento sugli impianti.
Tra le altre iniziative, un sistema integrato navale, aereo, satellitare per il monitoraggio giornaliero dello stato delle acque in Adriatico è stato messo a punto dal Mise in coordinamento con il Ministero dell’Ambiente per l’incremento della sicurezza nelle attività degli impianti offshore, in attuazione dell’art 35 del Dl 83 del 2012. É uno dei fiori all’occhiello dell’Italia che vede collaborare 10 tra enti di ricerca e Università che mettono a disposizione le loro eccellenze in un confronto con gli operatori, in collaborazione con il Ministero, con la Marina Militare e le Capitanerie di Porto. É stata anche realizzata la  prima mappatura completa della stratificazione dei fondali del Mediterraneo.

Federica Zar