Mostra fotografica di Giorgio Masnikosa e Thomas Hampel: i fotografi dei magazzini portuali
PORTO VECCHIO DI TRIESTE - SPEICHERSTADT HAMBURG
Mostra Magazzino 26 Trieste
da 15 novembre 2011 31 gennaio 2012



Nella città anseatica, presso lo Speicherstadtmuseum (maggio- settembre 2011) ed ora al magazzino 26 del Porto vecchio di Trieste, le immagini di Giorgio Masnikosa e Thomas Hampel hanno portato alla ribalta lo splendore del patrimonio storico del tradizionale quartiere portuale di Amburgo e del vecchio porto franco di Trieste. La stampa tedesca e internazionale ha dedicato molta attenzione alla mostra dello Speicherstadtmuseum, così come trasmissioni televisive, radiofoniche e siti web.

La Mostra è promossa da Italia Nostra, in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Autorità Portuale di Trieste lo Speicherstadtmuseum e l’Istituto Italiano di cultura di Amburgo insieme agli altri partner del meeting Trieste-Amburgo 2011.
Particolare atmosfera è data dalla presenza nell’allestimento di alcuni beni culturali mobili dell’Autorità portuali di Trieste, come carrette e bilance, che andrano in futuro al museo del porto.

Giorgio Masnikosa vive e lavora, dal 1985, come designer e fotografo a Stoccolma. La sua grande passione è il ciclismo, al quale ha dedicato un libro di fotografie. Altre pubblicazioni, in particolare su Trieste, sua città natale, raccolgono le immagini e le fasi residuali di vita di luoghi e di corpi di fabbrica lasciati all’abbandono.

Thomas Hampel
, nato a Brema, vive e lavora ad Amburgo. Dal 1984, affascinato dalla Speicherstadt, lavora come fotografo per istituzioni e imprese legate al porto. Nel 1998 ha dato vita all’agenzia pubblicitaria "ELBE&FLUT" che raccoglie, tra le tante immagini dei suoi archivi, quelle delle alluvioni dell'Elba, pubblica molti libri, riviste e guide turistiche sulla Speicherstadt e sul nuovo quartiere Hafencity. Le sue impressioni sul distretto storico amburghese (Speicherstadt) conservano ancora la memoria dei traffici marittimi nella città di Amburgo. Molti non lo sanno, ma tra i distretti portuali storici di Trieste e Amburgo, come scrive Matthias Gretzschel sull’Hamburger Abendblatt, una delle
maggiori testate tedesche, "la somiglianza è incredibile. Come Amburgo" - osserva - "anche la città adriatica di Trieste, possiede un complesso di magazzini di grandi dimensioni costruito nello stesso periodo....... Soltanto recentemente è stato dato il via al restauro di alcuni magazzini e agli edifici speciali (Centrale idrodinamica e sottostazione elettrica di riconversione), sempre in seguito all’impegno di Italia Nostra".

Ed è ancora una volta questa associazione a promuovere questa mostra, ad Amburgo e a Trieste, insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, allo Speicherstadtmuseum e all’Istituto italiano di cultura di Amburgo. La mostra propone un confronto diretto tra le due aree portuali storiche, mettendo in evidenza lo stato di degrado e abbandono di Trieste e lo splendore della Speicherstadt, dove migliaia di visitatori si mescolano agli operatori commerciali.

I magazzini storici del porto e l’impianto portuale di Trieste hanno notevoli somiglianze anche con un altro dei porti del nord Europa, Brema, città natale di Thomas Hampel, dove è stato restaurato e riutilizzato lo Speicher XI, dal 2004 sede museale, di attività didattiche e accademiche.

Le immagini a colori di Hampel mettono in evidenza, non solo le spettacolari vedute della Speicherstadt, ma anche il suo inserimento nel contesto urbano e architettonico, dove non mancano le tracce della navigazione tra i canali, con varie piccole imbarcazioni e le tradizionali "Barkasse", facendo emergere soprattutto il linguaggio di un’estetica architettonica industriale unica al mondo.
I particolari, i dettagli architettonici, gli arredi, i portoni, le iscrizioni dorate sulle targhe delle ditte sulle facciate dei magazzini, fanno parte dello scenario singolare della Speicherstadt dedicata, parzialmente ancora oggi, al commercio dei tappeti.

"Il complesso storico di Trieste racconta una storia molto singolare"- scrive ancora Matthias Gretzschel - e di questo distretto portuale con i suoi grandi magazzini, costruiti quando Trieste era il principale porto della monarchia asburgica, ma anche il porto meridionale della Germania, "Giorgio Masnikosa è riuscito a catturare il fascino morboso di questo imponente complesso, che è ormai quasi totalmente vuoto e abbandonato". Le ombre "Hard" dei dettagli ornamentali conferiscono alle lunghe linee geometriche delle facciate, ritmate dalle oscure finestre, un aspetto quasi irreale. La forza del silenzio e del buio delle foto di Masnikosa, diventa l’appello permanente per interventi immediati perché venga scongiurata qualsiasi rimozione del luogo. Masnikosa, attraverso la sua interpretazione, dà voce a quel complesso architettonico, che "tra sonno e dolore", come dice Gretzschel, "ripone le speranze nell’attivismo di Italia Nostra, riuscendo a risvegliare le autorità per assicurare al Porto Vecchio opportunità di sviluppo simili al distretto dei magazzini di Amburgo".

Masnikosa ha anche voluto, con le sue immagini rigorosamente in bianco e nero dai toni quasi grafici, porre l’attenzione sugli edifici abbandonati, ormai invasi da vegetazioni improprie di arbusti che si stanno impossessando della storia e delle forme architettoniche.
È difficile riconoscere alcune parti delle costruzioni, tanto che l’atmosfera di degrado domina quell’architettura che non è stata rispettata. Le immagini restano comunque documento di una realtà portuale intatta, che seppure in cattivo stato di conservazione, non sembra sostanzialmente compromessa.


Antonella Caroli