Come anticipato già sabato sulla nostra pagina Facebook, il provvedimento sul taglio di 9 autorità portuali (da 24 a 15), con l’accorpamento di quelle escluse (in Alto Adriatico Trieste-Monfalcone e Venezia-Chioggia), è stato eliminato dal decreto, unitamente alla loro autonomia finanziaria.
Secondo fonti online la riforma dei porti sarebbe tra quelle che il premier Matteo Renzi ha “tagliato” per mancanza di consenso o di risorse, anche se ufficialmente la loro soppressione è sempre possibile e potrebbe essere tema della prossima legge di stabilità.
Il piano del Governo – elaborato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi insieme a Debora Serracchiani (su incarico del PD) – era quello di riordinare la portualità italiana secondo un modello più europeo rispetto alla legge 84/1994: la scelta era stata quella di conservare solo gli scali classificati come “core” sulla base di una serie di parametri, facendo eccezione per Civitavecchia “salvata” in quanto porto di Roma.
SBLOCCA ITALIA, SALTA ACCORPAMENTO PORTI
1 Settembre 2014