La fantasia del mare, il desiderio di partire. Esistono pochi posti al mondo che hanno un rapporto così diretto e speciale. Uno di questi è Trieste, che rinasce e si riconosce quando si tiene la Barcolana, la regata velica più famosa al mondo.
Mitja Gialuz, professore associato di Procedura penale nell’Università di Trieste e Presidente della Società Velica Barcola e Grignano, ha saputo spiegare in maniera esaustiva lo scorso 25 giugno ad InspiringPR cosa rende un evento di questo calibro così particolare e magico e come ha fatto Trieste a crescere e migliorarlo nel corso degli anni.
Ogni anno la seconda domenica di ottobre semplici appassionati e velisti professionisti si ritrovano a gareggiare fianco a fianco sul Golfo di Trieste per la Barcolana.
La particolare formula che la contraddistingue la rende un evento unico nel panorama velico internazionale: su una singola linea di partenza infatti si ritrovano a gareggiare imbarcazioni di varie dimensioni che vengono suddivise in categorie a seconda della lunghezza. Un evento che coinvolge non solo i velisti ma l’intera città. La conformazione del territorio attorno al Golfo di Trieste, infatti, permette di osservare la gara da moltissimi punti di osservazione, in quello che è di fatto uno “stadio della vela” naturale.
La Barcolana è considerata una potenza comunicativa: da un lato il dialogo tra i partecipanti basato sulla parità, dall’altro il dialogo della città, con la città, Trieste che Gialuz descrive come una città sonnacchiosa, provinciale ma che grazie alla Barcolana e al rapporto diretto con il mare si risveglia.
“Il successo di questo evento, sottolinea Gialuz, è dipeso dal fatto che, ogni anno, celebra il rapporto speciale che la comunità triestina ha con il proprio mare“. Da evento sportivo la Barcolana è diventato motore per la costruzione dell’identità dell’intera città consentendo, inoltre, di recuperare la tradizione marinara secolare.
“No, le città di mare non sono tutte uguali, ha ricordato Gialuz, ci sono quelle dove l’industrializzazione novecentesca ha alienato la loro “metà liquida” come Genova o Taranto, e poi ci sono quelle come Trieste o Barcellona, che non hanno mai interrotto quel dialogo profondo con i mare“.
Simboli come la barca e il mare, che per alcuni di noi possono non avere nessuna valenza, per un triestino invece, anche grazie ad un evento inizialmente sportivo, rappresentano oggi la vita e la sua unicità. È qualcosa di assolutamente essenziale che ti permette di chiamare un luogo “casa”.
Il mare si sa non ha confini, non ha barriere, anzi, ha la capacità di raccontarci il mondo sotto un altro punto di vista e regalarci emozioni grandi e uniche allo stesso tempo. Questo è ciò che lo accomuna al filo conduttore della terza edizione, il dialogo. Entrambi comprendono tutto e tutti, anche la città.
Ecco cosa rappresenta la Barcolana per Trieste: una giornata “creata” apposta per dare vita ad una sorta di dialogo esclusivo tra la comunità triestina e il mare.
Togliere a Trieste il mare e la bora, elementi caratterizzanti della città, sarebbe come togliere ad InspiringPR quell’atmosfera familiare, che lo rende così unico, così comunità…

Giulia Coghetto