“Sul Mare” è la rubrica di Adriatic Sea Network dedicata agli appassionati dei viaggi e del mare. Racconti di viaggio, recuperati dalle veline originali dattiloscritte da Italo Orto, pioniere del giornalismo italiano, che presenziò, raccolse e trasformò in notizia i principali avvenimenti delle grandi navi della flotta del Lloyd Triestino.

Che cosa succede di una nave dopo che, sul libro di bordo, il Comandante ha posto la parola “fine” al termine dell’ultima traversata? La nave, magari un superbo transatlantico, era stata ammirata il giorno del varo, desiderata in occasione del viaggio inaugurale, apprezzata in anni e anni di onorato servizio. La fine, però, arriva per tutti. Nemmeno lo scafo di ferro può sottrarsi alla morte. Ma come? Dove?

A questi interrogativi intende dare una risposta l’inchiesta che prenderà lo spunto dal disarmo delle motonavi “SATURNIA” e “VULCANIA”, per quasi otto lustri vanto della nostra Marina Mercantile sovvenzionata. Quando entrarono in linea, rispettivamente nel 1927 e ’28, costituivano l’optimum, un’autentica rivoluzione. Era stato sovvertito il tradizionale in campo marinaro. Erano le prime, grandi motonavi da passeggeri.



Ciascuna di esse ha effettuato quasi quattrocento traversate atlantiche, trasportando uomini illustri ed emigranti. Anche ultimamente molti le preferivano ad unità più recenti, ma di altro stile.
Adesso, come per gli uomini, al termine di un onorato servizio, per le due “signore del mare” è giunto il momento di andare in pensione. Il disarmo, una breve permanenza ad una banchina di disobbligo, e poi il trasferimento al cantiere di demolizione. Qui la parola passerà alla fiamma ossidrica. Della gloriosa nave resteranno la campana, la targa con la data del varo ed il ricordo. Per gli uomini la reincarnazione non è certa. Per le navi sì. Le lamiere, recuperate, torneranno agli altiforni per dar vita ad alto acciaio da impiegare nuovamente sugli scali. Se alle navi fosse concesso esprimere un desiderio in punto di morte, chiederebbero – ne siamo certi – soltanto di poter ancora essere utili e di perpetuarsi nel nome. (…)


Italo Orto, nato a Neresine, isola di Lussino, il 13 novembre 1928 e morto a bordo della motonave AFRICA il 29 gennaio 1972, iniziò la sua carriera giornalistica nel 1947 per l’Ente Radio Trieste, poi RAI. Collaborò per diversi giornali raccontando la vita a bordo delle “navi bianche” del Lloyd Triestino di Navigazione e le sue esperienze durante i suoi lunghi viaggi in Africa, Asia, America.

FOTO: "Una nave muore", 1965, velina e foto della M/n VULCANIA, Archivio Italo Orto/Aps comunicazione