Grazie al richiamo turistico e alla favorevole situazione logistica (accessibilità auotostradale, aeroportuale, ferroviaria), Venezia è andata sempre più affermandosi come homeport crocieristico: da una ricerca effettuata dall'Autorità Portuale di Venezia – a seguito dell’emanazione del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2 marzo 2012 che stabilisce il divieto di transito attraverso il bacino di S. Marco ed il canale della Giudecca delle navi da crociera con stazza lorda superiore a 40 mila tonnellate (permettendone temporaneamente il passaggio fino al momento in cui saranno disponibili percorsi alternativi) – emerge che l’88,6 % dei passeggeri riguarda navi che utilizzano il porto di Venezia come stazione di imbarco e sbarco dei crocieristi. Questa caratteristica determina una domanda per beni e servizi locali certamente maggiore di quella che si avrebbe se le navi si limitassero a transitare nel porto veneziano.
Lo sviluppo della crocieristica veneziana è essenzialmente imputabile alla crescita del traffico relativo a navi di stazza superiore alle 40.000 tonnellate. La domanda per l’acquisto di beni e servizi, il canale principale attraverso cui la crocieristica influenza il resto del tessuto economico, è stimata in 436 mln. di euro, di cui 283,6 (il 64,9%) per beni e servizi locali.
La maggior parte della spesa per beni e servizi locali proviene dai crocieristi che si imbarcano o sbarcano a Venezia, che si stima effettuino spese per circa 207 mln. di euro, il 72,9% della spesa locale totale. La parte rimanente è divisa tra le compagnie di navigazione, il 16,4%, e gli equipaggi, il 10,6%. La rilevanza della spesa dei crocieristi spiega perché il 68% dell’intera spesa locale si rivolga al settore dei servizi turistici (alberghi, ristoranti), commercio e trasporti.
Dall’analisi delle interdipendenze settoriali emerge che l’effetto della spesa “locale” sul valore aggiunto nazionale è quantificabile in 397 mln di euro, con un moltiplicatore di 1,4 rispetto alla spesa diretta, mentre l’effetto sul valore aggiunto locale è stimabile in 221,6 mln. di euro.
L’impatto occupazionale è stimabile in 7.473 unità di lavoro
equivalenti a livello nazionale, mentre è di circa 4.255 unità di lavoro equivalenti nell’area veneziana.
Il valore aggiunto locale rappresenta il 3,26% del PIL del comune di Venezia e lo 0,96% di quello della provincia. L’occupazione rappresenta il 4,1% degli occupati totali del comune di Venezia e l’1,19%, di quelli dell’intera provincia.

Federica Zar

FONTE: Autorità Portuale di Venezia

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