Sono 9,6 milioni i passeggeri imbarcati, sbarcati o transitati nei porti crocieristici italiani nel 2010 - l’8% in più nel 2009 - e saranno quasi 11 alla fine del 2011, per una variazione annua superiore al 16%. È del 397% la crescita nel decennio 2000-2010. Le prime indicazioni per il 2012 fornite dai principali porti italiani vedono il traffico stabile o in leggero aumento rispetto al probabile consuntivo 2011.

Sono oltre 30 i porti italiani che hanno accolto traffico crocieristico, distribuiti in oltre la metà delle regioni italiane.
3 porti hanno superato quota 1 milione di movimento passeggeri nel 2010 (Civitavecchia, Venezia e Napoli), ed altri 4 (Genova, Livorno, Savona e Bari) sono andati sopra la soglia dei 500.000. I primi 3 porti concentrano quasi il 50% del traffico nazionale, l’80% se ad essi si aggiungono i successivi 4.
Civitavecchia e Venezia sono i porti italiani compresi nella top 10 mondiale 2010 dei porti crocieristici. Lo scalo iniziale raggiungerà a fine 2011 i 2,5 milioni di passeggeri insediando così il primato europeo di Barcellona, mentre il terminal lagunare, il cui consuntivo 2011 dovrebbe chiudersi su 1,8 milioni circa, è già nel 2010 il principale home port europeo (il primato per numero di croceristi in imbarco e sbarco).
Il 21% del traffico crocieristico complessivo del 2010 dei porti europei è concentrato nei porti italiani (valore che sale al 36% considerando i soli imbarchi).

Sono alcuni tra i principali dati contenuti in Italian Cruise Watch 2011, il nuovo report di ricerca realizzato da Risposte Turismo, società guidata da Francesco di Cesare, e presentato in apertura di Italian Cruise Day (Venezia 28 ottobre 2011), il primo forum sulla produzione e il turismo croceristi in Italia. Il report - che di anno in anno presenterà aggiornamenti e nuovi approfondimenti diventando il documento di riferimento per tutti gli operatori impegnati in questo comparto - contiene i risultati di un lavoro di ricerca focalizzato sulle dimensioni della crocieristica in Italia, all’interno di un più ampio contesto internazionale, legate tanto al traffico quanto alle scelte strategiche, all’attività e ai risultati delle aziende coinvolte.

Il turismo crocieristico mondiale continua a crescere senza sosta, dai 500.000 crocieristi circa dei primi anni ’70 ai quasi 5 milioni del 1990 fino ad arrivare intorno ai 10 nel 2000 e sfiorare quota 19 milioni nel 2010. Un numero destinato a crescere se si pensa che secondo indagini CLIA (Cruise Line International Association) 50.000 cittadini nordamericani dichiarano di voler fare una crociera nei prossimi 3 anni e che in generale il tasso di penetrazione del prodotto nel mercato è ancora basso, dal 3,4% degli Stati Uniti al 1,1% medio in Europa (1,4% in Italia con 900.000 persone che hanno effettuato una crociera nel 2010). Una domanda in crescita supportata da un’offerta in crescita, con il numero di posti letto disponibili nelle navi in circolazione che passa dai 217.000 del 2000 ai 461.000 del 2010 fino ai 501.000 previsti per il 2012, attraverso continue introduzioni di nuovi impianti (117 navi varate tra il 2000 e il 2010 e 21 dal 2011 al 2013, di queste il 43 % con capacità superiore ai 3000 posti letto). I croceristi scelgono itinerari nelle diverse aree mondiali, e tra esse a primeggiare sono ancora i Carabi, anche se dal 2000 al 2010 scendono come quota sul totale mondo dal 40 al 35 %, mentre il Mediterraneo sale dal 12 al 18 %. E tali itinerari sono predisposti ed offerti da oltre cento compagnie di crociera, molte delle quali però riunite in singoli gruppi economici, determinando un settore fortemente concentrato dal punto di vista dell’offerta: i principali 4 gruppi (Carnival Corp. & PLC, Royal Caribbean Cruise Ltd, Genting HK e MSC) detengono quasi l’80 % della produzione complessiva.

È un fenomeno capace di generare enormi ricadute per i territori interessati, non finendo a beneficio, pertanto, delle sole compagnie di crociera. Secondo le stime CLIA è pari a 38 miliardi di dollari l’impatto dell’industria crocieristica sugli Stati Uniti, 14,4 miliardi di euro quello sull’Europa (di cui 4,5 sull’Italia), secondo i calcoli dell’European Cruise Council. Di questi ultimi 29% è legato alla cantieristica, produzione che vede l’Italia particolarmente coinvolta in particolare con Fincantieri, ma anche con Mariotti che con San Giorgio del Porto si sono uniti nella Genova Industrie Navali e intervengono anche nelle operazioni di restyling e aumento della capacità ricettiva delle navi.

E assieme ai cantieri a beneficiare della crocieristica sono le altre aziende che operano all’interno dei porti, i vettori di trasporto urbani ed extraurbani, gli hotel e i ristoranti, società che organizzano escursioni, pubblici esercizi, musei e molti altri. Per questa ragione Italian Cruise Watch ha voluto coinvolgere nell’analisi i rappresentanti delle Amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali, e delle Camere di Commercio, dei territori interessati dal traffico croceristico. Tra i risultati di tale rivelazione, il fatto che il 13% del campione considera rilevante l’apporto del turismo crocieristico ai flussi incoming, valore che sale al 35% limitando l’ascolto ai soli Comuni. Quando non è considerato rilevante, ad ogni modo, di frequente viene valutato come significativo. Il 90% lo considera una priorità per il futuro, apprezzandone la funzione promozionale per la destinazione (i croceristi che possono tornare una volta conosciuta) e il contributo alla destagionalizzazione. Le Amministrazioni e le Camere di commercio sembrano dialogare con buona frequenza con le autorità portuali e società di gestione dei terminal passeggeri, molto meno direttamente con le collaborazione con altri, attività specifiche per i crocieristi in arrivo (per lo più di accoglienza e informazione). In generale però i professionisti del settore (in particolare i referenti di porti e compagnie) giudicano insufficienti l’attenzione e l’impegno con le Amministrazioni, così come il Governo italiano, riservano al comparto.

Sono, nell’ordine, Civitavecchia, Venezia, Napoli, Genova, Livorno, Savona, Bari, Palermo, Messina e Catania i primi 10 porti crocieristici italiani nel 2010, con un movimento passeggeri compreso tra i quasi 2 milioni di Civitavecchia e i 250.000 di Catania (rispettivamente 900 e 113 le toccate navi). Le proiezioni sul consuntivo 2011 vedono Cagliari prendere il posto di Catania, con gli altri porti a confermarsi nella top 10 pur con posizioni differenti: Savona e Genova invertono le loro rispettive, e così danno Bari e Palermo. A crescere maggiormente, tra il 26 e il 37%, sono Savona, Palermo, Civitavecchia e Messina.
Tutti i porti italiani hanno registrato una crescita più significativa tra il 2000 e il 2010, non solo quelli che partivano con valori di traffico più contenuti: Savona +550%, Venezia +379%, Civitavecchia +396%, Bari +737%, Ravenna +791%, Catania +448%, Cagliari e Olbia rispettivamente +305% e 326%, solo per citarne alcuni.
Quanto alle singole regioni, il Lazio, con solo Civitavecchia, ha il primato con il 20% dei movimenti passeggeri e il 18,5 % delle toccate navi. Segue la Liguria, con 6 porti attivi, con il 18% e il 12, 6%. Le altre regioni che concentrano più del 10% del traffico complessivo nazionale sono il Veneto, la Campania e la Sicilia (cui si aggiunge la Toscana solo in termini di toccate navi).

La concentrazione stagionale del traffico nei porti italiani assegna ad agosto (14%) il primato del 2010, con quote superiori al 10% sul totale annuo negli altri mesi da maggio a ottobre (quest’ultimo da solo registra più movimento di quanto fanno complessivamente i mesi da novembre a febbraio). La stagione invernale ad ogni modo vede crescere la presenza delle navi e di passeggeri, con valori che, ancorché timidamente, appaiono in crescita nel 2011 rispetto al 2010. Savona è il porto che registra la più alta percentuale di traffico nei mesi invernali sul totale annuo.

Quasi tutti i terminal sono intervenuti o stanno intervenendo in questi anni per adeguare la propria capacità ricettiva e il sistema di servizi a supporto di navi e passeggeri. Dal 2000 al 2010 si è passati da 18 scali attrezzati e capaci di accogliere traffico croceristico ai 38 del 2010, di questi però solo il 18% è in grado di consentire l’accesso e l’ormeggio a navi di lunghezza superiore ai 350 metri (dovrebbero diventare il 24% tra il 2011 e il 2012). Per essi il peso della crocieristica sul totale traffico passeggeri è passato dal 19% del 2000 al quasi 40% del 2010, con previsioni di ulteriore crescita al 47% per il 2012. Aumenta anche il numero di compagnie che in media tocca, con le proprie navi, il singolo porto, compagnie che spesso sono anche all’interno della compagine societaria di gestione del terminal. Sono gli investimenti di tipo infrastrutturale, seguiti da quelli volti ad adeguare i terminal passeggeri, a concentrare la maggior parte delle risorse impegnate dalle aziende portuali a supporto della crocieristica.

L’impegno delle aziende portuali è al tempo stesso causa ed effetto dell’attenzione che le compagnie di crociera rivolgono agli itinerari crocieristici che coinvolgono scali italiani. Solo il 10% opera in meno di 5 di essi, il 44% tra 5 e il 9, il 33% tra 10 e 14 e il 13% in più di 15. La sola Royal Caribbean, con le navi del gruppo, passa da lavorare con 13 porti nel 2009 a farlo con 22 nel 2012.

A contribuire alla crescita del prodotto croceristico negli anni sono stati e sono ancora gli agenti di viaggio, coinvolti anche in ragione della tipicità del prodotto che spesso richiede un maggior ricorso ad essi da parte del cliente. Per questa ragione Italian Cruise Watch 2011 ha voluto dedicare attenzione a questi professionisti ed alle loro agenzie, coinvolgendoli in una rilevazione ad hoc. Tra i risultati più interessanti vi è il valore del peso dei ricavi da crociere sul venduto complessivo, che sale dal 22% del 2000 al 31% del 2010 con punte oltre il 50% e si prevede continui a crescere nel 2011 e 2012. Proprio quanto alle previsioni, 2 agenzie su 3 del campione prevede in aumento nel 2012 i ricavi di vendita da crociere, mentre 1 su 3 dichiara che l’intero fatturato nel 2012 dovrebbe crescere. Interrogati su quali fossero, a loro giudizio, i fattori che più spingono i clienti ad acquistare una crociera, ai primi due posti figurano la soddisfazione per esperienze a bordo già effettuate in passato e la politica di prezzi, sconti e promozioni applicata dalle compagnie. Sembrano in aumento i croceristi under 30, e i nuclei familiari con figli rappresentano i gruppi di viaggio più frequenti, e diminuiscono le vendite di crociera di fascia alta a vantaggio di quelle più economiche, per quanto sia la fascia intermedia a mantenere il primato assoluto.

Italian Cruise Watch, infine, ha sottoposto ad alcuni professionisti coinvolti nel lavoro di indagine - e segnatamente ad un campione di manager di aziende portuali e compagnie e agli agenti di viaggio - una serie di affermazioni legate al presente e futuro della crocieristica in Italia, chiedendo di esprimere accordo o disaccordo in una scala a 5 livelli. Confrontando, lì dove possibile, le indicazioni fornite, vi è un comune accordo sul fatto che siano sempre più i croceristi, anche gli stranieri, a scegliere itinerari con scali italiani, che sia crescente il numero, e la competizione tra esse, di compagnie di crociera attive sugli itinerari italiani e che òa capacità ricettiva dei porti vada aumentata, incrementando quella dei terminal già operativi o attivando ad ho nuovi scali. I referenti di porti e compagnie sono allineati nel giudicare piuttosto adeguati i terminal passeggeri, nel ritenere che il numero di navi attualmente in circolazione non sia un problema, così come nel giudicare insufficiente l’attenzione del Governo verso il comparto, mentre è singolare notare come per i porti le compagnie non sono compatte nel pensare la stessa cosa dei porti. Tra le opinioni delle agenzie di viaggio si segnala l’incentivo alle compagnie a presentare al cliente delle proposte “realmente” all inclusive e la già citata generale elevata soddisfazione da parte di chi acquista ed effettua una crociera.

Italian Cruise Watch è un progetto di ricerca realizzato da Risposte Turismo, società attiva in tutto il territorio nazionale che segue da anni l’industria crocieristica internazionale, affermandosi come principale realtà della ricerca e consulenza in Italia con competenze su questo importante comparto della produzione turistica. Ha svolto negli ultimi anni lavori di ricerca ed approfondimenti per conto di singole Autorità Portuali, Amministrazioni Regionali e realtà private.


Fonte: Risposte Turismo