La ricerca condotta dall’Area Research&Intelligence di BMps stima una contrazione del mercato nazionale degli yacht di circa il 30% nel 2009 e prevede un tasso di crescita medio del 5% per il triennio 2010-2012. La ripresa dipenderà tuttavia anche dalla capacità dell’industria nautica italiana di cogliere le tendenze dei nuovi mercati emergenti, di indirizzare in maniera opportuna i flussi di ricchezza domestica e di migliorare gli aspetti di criticità che ancora permangono a livello infrastrutturale e competitivo. Atteso un contributo dell’8% dallo scudo fiscale, crescono gli investimenti dei mercati emergenti per le imbarcazioni di lusso.

Ecco nel dettaglio i principali punti della ricerca di BMps:
• La cantieristica mondiale ha risentito di un calo della domanda di nuove costruzioni a partire da settembre 2008. Nel maggio 2009 il totale ordini registrava una flessione del -79% su a.p. . Il calo è stato drastico sia negli ordinativi delle navi da trasporto (-92%) sia in quelli delle navi passeggeri (-96%).

• Corea, Giappone e Cina sono i maggiori costruttori mondiali in termini assoluti, mentre l’Europa risulta essere leader nel comparto delle navi passeggeri, dove l’Italia risulta essere il primo costruttore con il 45% sul portafoglio mondiale.

• Con specifico riferimento alla nautica da diporto italiana, essa comprende quattro settori: cantieristica, riparazioni e rimessaggio, accessori, e motori. La cantieristica ne rappresenta circa il 67% del fatturato industriale.

• La produzione italiana si distingue a livello mondiale per la costruzione di yacht e mega yacht: il tasso medio di crescita annuale dei Mega Yacht sul portafoglio di ordini è stato del 14% nel periodo 2003-2008.

• L’Italia (leader indiscusso nella produzione di imbarcazioni di lusso),rappresenta insieme a USA e Paesi Bassi il 65% del mercato mondiale, seguiti da Regno Unito e Germania.

Turchia, Cina e Taiwan stanno registrando negli ultimi anni crescite importanti nel comparto, favoriti anche da una presenza sempre più crescente di multimilionari.

• La recessione a livello mondiale non ha risparmiato il comparto delle imbarcazioni di lusso. Numerosi gli ordini cancellati nel corso dell’anno. L’Area Research del MPS stima l’orderbook mondiale dei mega yacht in flessione del 30% attestandosi ai livelli raggiunti tra il 2004 e il 2005.

• Il mercato dei mega yacht, è atteso in ripresa a partire dal 2010 con un tasso medio di crescita del 5% nel triennio 2010-2012.

• Tra i fattori di criticità e potenzialità del mercato nautico italiano vengono individuate tre principali tematiche:
1. nascita di nuovi potenziali clienti a livello globale,
2. attuale livello delle infrastrutture
3. sviluppo dello strumento del leasing nautico per l’acquisto di imbarcazioni,

1. Per quanto riguarda il primo aspetto, vi sono alcune aree, oltre a quelle tradizionalmente ritenute ricche (Nord America, Europa, Giappone), che stanno sviluppando crescenti investimenti verso i beni di lusso (a cui gli yacht appartengono). Tra queste, i mercati BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) si segnalano come le zone di maggior sviluppo per tassi di crescita di Pil procapite e per numero assoluto di nuovi ricchi. L’analisi condotta dimostra che la produzione domestica di yacht sta ancora solo marginalmente considerando questi fenomeni: la propensione all’export dell’industria da diporto italiana è circa del 50% e i flussi commerciali sono prevalentemente concentrati sui paesi di maggior sviluppo, area America e UE.

2. La nautica da diporto italiana è penalizzata inoltre da una dotazione infrastrutturale insufficiente (soprattutto per le imbarcazioni di maggior dimensioni) rispetto al suo parco nautico. La distribuzione dei posti barca risulta essere non omogenea a livello nazionale: soltanto in Liguria è presente circa il 20% del totale degli ormeggi totali. La scarsa dotazione di infrastrutture diportistiche è un problema comune a molti paesi e influenza negativamente lo sviluppo e l’atteggiamento degli utenti verso la nautica e il diportismo.

3. Come ultimo punto, un’applicazione meno penalizzante della normativa in vigore sul leasing nautico recentemente introdotta potrebbe favorire la domanda di imbarcazioni di grandi dimensioni da parte dei diportisti italiani nei prossimi anni.

• Nell'analisi vengono infine individuati alcuni aspetti minori che tuttavia possono aver influito in passato o continuare ad influire sullo sviluppo della nautica da diporto:
1. l’apprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro ha fortemente penalizzato l’industria nautica da diporto Italiana, che ha negli USA il suo maggior mercato straniero;
2. il costo del lavoro unitario è aumentato in Italia del 30% dal 2000, differenziandosi in maniera rilevante dagli principali competitors (Francia, Usa, Corea e Giappone). Il tasso di cambio reale effettivo, ad esempio, nel confronto con la sola Francia, ha subito un apprezzamento del 20% rispetto all’8% francese negli ultimi 10 anni;
3. lo scudo fiscale da poco varato potrebbe comportare un impatto positivo dell’8% sul valore della intera produzione dell’industria nautica da diporto (cantieristica, motori, accessori e rimessaggio) per il mercato domestico.

7 ottobre 2009