Giovedì 7 luglio si è riunito il Tavolo Blu della Provincia di Rimini. Il Tavolo Blu è un’assemblea - che le Province costiere hanno il potere d’attivare - cui sono invitate a partecipare tutte le figure professionali che direttamente o indirettamente hanno competenze in merito alle attività legate alla pesca marittima. L’incontro era molto atteso, visto il manifesto stato di crisi che morde il settore, e si è svolto in un clima propositivo e di disponibilità al dialogo.

"Ho trovato gli operatori del mare - ha dichiarato l’assessore provinciale alla Pesca Juri Magrini - tutt’altro che rassegnati, anzi, decisamente motivati e pronti a combattere per tutelare il proprio lavoro e la vita dell’Adriatico, temi inseparabili l’uno dall’altro.
Infatti, il valore dell’ambiente, la necessità che tutti facciano il possibile per averne cura sono cause che anche le categorie dei lavoratori del mare hanno da tempo sposato. Ormai la convinzione che l’Adriatico sia un mare prezioso quanto fragile e che, come tale, vada trattato e tutelato, è ampiamente diffusa".

Nelle oltre due ore d’incontro, sono emerse le varie problematiche legate alla pesca e alla maricoltura nel riminese: da quelle di valenza prettamente locale, a quelle inserite in un contesto più ampio che riguarda il medio-alto Adriatico; Marche, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli.

"Gli operatori - ha proseguito Magrini - ci hanno detto che, in questo momento, ogni euro conta. Che le risorse messe a disposizione (purtroppo inferiori a quanto la situazione richiederebbe), proprio perché poche, devono essere razionalizzate il più possibile".

Gli uffici provinciali sono già al lavoro per chiedere alla Regione Emilia-Romagna la possibilità di destinare i residui dei precedenti anni di gestione della Legge Regionale 3/79 ("Interventi per lo sviluppo e la valorizzazione delle attività ittiche") - il bando è stato prorogato al primo agosto 2011 - su altre problematiche urgenti, comunque legate alla pesca.

"Sappiamo che non sarà facile - ha spiegato Magrini - dato il vincolo d’utilizzo che lega i finanziamenti a specifiche attività. Ma è doveroso fare un tentativo: l’Assessore regionale alla Pesca, Tiberio Rabboni, ha già mostrato sensibilità per il problema e credo che la Regione farà quanto in suo potere per aiutare il comparto pesca.
Sono convinto che, ormai, sia diffusa l’idea che ci troviamo in una situazione di crisi straordinaria e che, come tale, richieda sforzi di progettazione straordinari. Anche da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Attualmente i finanziamenti residui sulla legge 3/79 ammontano a circa 300mila euro. Vedremo, alla fine della proroga al primo agosto, quanto resterà e se la Regione ci fornirà strumenti amministrativi per sfruttare le risorse sulle urgenze legate alla pesca".

Gli operatori riminesi hanno mostrato grande senso di responsabilità e apertura al dialogo, anche su temi delicati quali il fermo pesca e i piani di gestione ma, al tempo stesso, hanno chiesto che si arrivi (quanto prima) a stabilire le cause ambientali che determinano la diminuzione della risorsa ittica, principale motivo della crisi in atto, unite all’elevato costo del gasolio.

"Stimolare la Regione a rafforzare la ricerca - ha concluso Magrini - potrebbe essere uno dei campi in cui impegnarsi maggiormente. A suo tempo, infatti, l’Assessorato provinciale aveva già promosso e favorito la creazione di un comitato tecnico sulle problematiche ambientali del nostro mare. È necessario che quel comitato possa ora operare con continuità, magari focalizzandosi sul campionamento e la ricerca in aree molto precise, così come richiestoci dal Tavolo Blu.
Vorrei concludere assicurando che la Provincia farà quanto in suo potere per aiutare la pesca e i pescatori a superare questo difficile momento: il rapporto fra i riminesi ed il loro mare è, prima ancora che un fatto produttivo, commerciale e lavorativo, un valore legato all’identità locale. Il mare riminese non sarebbe più lo stesso - e neppure la provincia - senza i suoi pescatori".


Fonte: Ufficio stampa - Provincia di Rimini