4,9 milioni di cittadini europei hanno scelto una vacanza in crociera mentre 23,8 milioni di passeggeri non europei hanno toccato i porti del vecchio continente, spendendo in totale 1,5 miliardi di euro nel 2009. Dati alla mano è possibile sostenere che il settore crocieristico europeo navighi con il vento in poppa, reggendo all’impatto della crisi economica, grazie ad un’oculata politica dei prezzi e dell’offerta.

Durante l’European cruise council (Ecc), convegno che riunisce gli operatori del settore crocieristico, è emerso un sorprendente + 12% di passeggeri europei che hanno scelto, nel 2009, il turismo crocieristico ed un aumento del 9%, sempre nello stesso anno, di croceristi non europei che, durante la navigazione, hanno attraccato in porti europei.

Gli esperti del settore ritengono, inoltre, che siano ancora molte le potenzialita' di crescita: solo nell'anno in corso si stima che i croceristi siano destinati ad aumentare di un ulteriore 5,4%. Complessivamente, l'industria del settore ha generato più di 34 miliardi di euro in beni e servizi. L'Italia resta saldamente al primo posto per l'impatto economico del settore. Il Belpaese, infatti, insieme alla Grecia, continua ad essere la destinazione preferita da chi sceglie di fare una crociera.

"Il 2009 è stato un anno senza precedenti, con tutti i settori legati alla vacanza che hanno risentito della recessione economica. È molto gratificante notare come questi dati mostrino la capacità di ripresa del settore" - ha sottolineato il presidente dell'European cruise council, Manfredi Lefebvre d'Ovidio (vicepresidente di Silversea Cruises). ''I dati diffusi dimostrano chiaramente che l'industria delle crociere è un settore con buone capacità di ripresa, in grado di fornire impulsi preziosi all'economia'' - ha commentato anche il vicepresidente Pierfrancesco Vago (amministratore delegato di Msc crociere).

Secondo il presidente e amministratore delegato di Costa Crociere Pier Luigi Foschi, "il settore è riuscito a sopportare la negativa congiuntura economica mettendo in campo la qualità del prodotto accompagnata da una flessione dei prezzi. Tuttavia, nei primi mesi del 2010 l'impatto della crisi è stato più forte". "Che il settore non sia stato completamente immune dalla recessione - ha fatto notare Lefebvre - lo dimostra, ad esempio, il rallentamento nei nuovi ordini, anche se almeno 29 navi sono già in costruzione in Europa entro il 2014".