Consentire un adeguamento delle tariffe dei servizi tecnico-nautici e dare così impulso alla competitività e all’attrattività dello scalo, sono queste le motivazioni che hanno indotto l'Autorità Portuale di Venezia nei mesi passati a ricorrere per le vie legali contro i meccanismi che stabiliscono le tariffe dei servizi tecnico-nautici a Venezia.

"La segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in merito allo svolgimento dei servizi tecnico-nautici ed alla determinazione delle relative tariffe nei porti italiani" ci libera finalmente dall'equivoco del falso assioma che la sicurezza nei porti esiga servizi tecnico-nautici forniti in regime di monopolio e per di più pagati sulla base di tariffe che si traducono in un incentivo "perverso" per il monopolista ad accrescere i propri costi...dato che maggiori sono i costi storici, più elevate saranno le tariffe" - ha dichiarato il Presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa citando la lettera ricevuta dall’AGCM.

"Da questa situazione che danneggia la competitività dei porti italiani si deve uscire come suggerisce l’AGCM verificando, caso per caso, se sia possibile liberalizzare pilotaggio, rimorchio, ormeggio e battellaggio aprendoli alla concorrenza "nel" mercato e, ove questo non fosse possibile o conveniente, alla concorrenza "per" il mercato al fine di massimizzare l'efficienza e minimizzare le tariffe, dati i requisiti di sicurezza. Gli esempi esteri nei quali questi servizi sono stati liberalizzati possono aiutare a ridefinire il quadro legislativo e regolamentare italiano".

In ogni caso, e questo è il secondo "suggerimento" dell'Antitrust, si può e si deve passare a un meccanismo di determinazione delle tariffe che elimini l'incentivo perverso che ne provoca oggi l'aumento spropositato. Il meccanismo caldeggiato è quello del "price cap" che lega l'aumento delle tariffe del monopolista al tasso di inflazione e spinge il concessionario ad aumentare la sua efficienza per massimizzare i suoi profitti. Che il price cap non pregiudichi la sicurezza è dimostrato dalla sua applicazione anche in altri settori (autostrade e ferrovie) dove le esigenze di sicurezza non sono meno rilevanti.
Un effetto collaterale positivo dell'applicazione del meccanismo del price cap sarebbe poi costituto dal venir meno della necessità di quelle procedure e di quell'apparato burocratico-corporativo che oggi presiedono ad una regolazione arcaica delle tariffe senza alcun effetto benefico sulla competitività dei porti italiani.

Gli effetti negativi delle tariffe dei servizi tecnico nautici oggi in vigore, sono documentabili, come risulta evidente per esempio per i porti italiani del Nord Adriatico quotidianamente sottoposti alla concorrenza dei porti sloveni e croati: per ogni nave portacontainer di 42.000grt, il costo complessivo ad approdo dei servizi portuali (dati 2010) è a Venezia pari a 30.000 euro, a Trieste 16.500 euro, a Capodistria 12.500 euro, a Fiume 9.000 euro, cifre che a fine anno possono comportare una differenza di costi notevole e che minano l’attrattività degli scali rispetto ai vicini concorrenti.
La segnalazione dell'AGCM conferma quindi la validità delle tesi portate avanti dall'APV. Se recepita subito, la segnalazione consentirà di accrescere l’efficienza dei servizi sul lato mare rilanciando la portualità italiana a beneficio delle imprese che usano i nostri porti e su cui oggi si riflettono i costi eccessivi dei servizi tecnico nautici.


Fonte: Autorità Portuale di Venezia