L'assessore regionale alle Infrastrutture del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi ha illustrato in Giunta regionale lo schema del disegno di legge "Disciplina della portualità di competenza regionale". "Soltanto alcuni giorni dopo il riconoscimento europeo del corridoio Adriatico Baltico da parte del presidente Ue Manuel Barroso, il presidente Renzo Tondo mantiene l'impegno che aveva assunto: presentare questo ddl entro la fine del mese di ottobre. Si tratta di un provvedimento fondamentale non solo per disciplinare le attività degli scali di Monfalcone e Porto Nogaro ma per costruire un nuovo modello di sviluppo dell'intero sistema portuale regionale, per sviluppare realmente quella piattaforma logistica FVG che il mondo dei traffici marittimi e dell'economia ci richiede", ha sottolineato Riccardi.

Ma con la prossima approvazione della norma, ha assicurato l'assessore, "non vogliamo di certo chiuderci al dibattito che potrà svilupparsi in Commissione e con le istituzioni del territorio e le categorie economiche. L'articolato - rileva infatti Riccardi - contempla alcune specifiche forme di collaborazione con i soggetti pubblici operanti all'interno dei porti di Monfalcone e Porto Nogaro". Tra i punti ritenuti strategici nel ddl regionale, ricorda l'assessore, la previsione della cosiddetta finanza di progetto (project financing), per attivare l'impegno del capitale privato nel progetto del "superporto". "Il provvedimento infatti vuole dare risposte e tempi certi agli investimenti previsti da investitori privati sul sistema portuale regionale".

"Un nuovo strumento", conclude Riccardi, precisando che "numerose altre leggi, mai impugnate dallo Stato, sono state varate dalla Regione nel corso della legislatura a beneficio della portualità: la legge regionale 24 del 2009 e le leggi regionali n. 17 e n. 22 dello scorso anno, con le quali è stata attribuita alla Regione la competenza del rilascio delle concessioni demaniali a Monfalcone e Porto Nogaro; sempre alla Regione la competenza per il rilascio delle autorizzazioni alle operazioni portuali ed alla predisposizione del Piano regolatore portuale; infine, con la legge 22/2010, si è provveduto a stabilire che "nell'ambito delle opere di nuova infrastrutturazione del porto di Monfalcone sono compresi i lavori di scavo del canale d'accesso" e che "l'Amministrazione regionale è autorizzata ad intervenire con risorse proprie in sostituzione dello Stato".


I contenuti del DDL

Il disegno di legge sulla portualità di competenza regionale presentato in Giunta dall'assessore alle Infrastrutture Riccardo Riccardi disciplina l'organizzazione ed il funzionamento dei porti di Monfalcone e Porto Nogaro, "nell'ottica di favorire la realizzazione delle infrastrutture e lo svolgimento dei servizi funzionali all'organizzazione di una piattaforma logistica regionale che consideri i porti esistenti nel territorio della regione, le aree retroportuali ed intermodali, anche in relazione ai corridoi di traffico transnazionali promossi dall'Unione europea".

Il ddl suddivide le attribuzioni di carattere strategico da quelle a carattere gestionale e regolamentare. Nessun nuovo organo: sarà direttamente la Regione, attraverso la Giunta regionale, a governare le funzioni della promozione dello sviluppo del sistema portuale Friuli Venezia Giulia, quelle di indirizzo per la gestione delle aree d'interesse portuale, di programmazione delle infrastrutture e di coordinamento degli investimenti finanziari, lo sviluppo di "forme di cooperazione tra i porti del Nord Adriatico per il potenziamento dell'offerta", l'emanazione di atti di indirizzo per la redazione del Piano regolatore portuale e del Piano operativo triennale (che verranno approvati dal presidente della Regione). Rilevante il compito dei Comuni i quali, esprimendo i loro pareri sui Piano regolatori, parteciperanno ai lavori di una specifica Commissione consultiva di nuova costituzione.

Il disegno di legge ipotizza infatti una "sede" di consultazione formale, presieduta dall'assessore competente, in cui gli enti locali (Comuni e Province), gli operatori portuali e le organizzazioni sindacali si esprimono in ordine alle questioni d'interesse generale; ai lavori della Commissione viene invitata l'Autorità marittima, che vi parteciperà con diritto di voto. La norma definisce inoltre l'ambito portuale quale compendio di aree funzionali all'attività portuale perimetrato dal Piano regolatore. Stabilisce inoltre le procedure di formazione e di approvazione del Piano regolatore portuale ed i contenuti del progetto di piano, imponendo che le relative previsioni si armonizzino con le disposizioni degli strumenti urbanistici comunali e prevede uno specifico procedimento (guidato dalla Regione) per l'armonizzazione di questi strumenti qualora sorgano dei contrasti.

Per la formazione del Piano regolatore viene introdotta una procedura semplificata che sostituisce il parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici con quello di un "organo monocratico statale" da rendersi in tempi certi, decorsi i quali il parere è reso dall'Amministrazione regionale. Il Piano regolatore portuale è attuato attraverso un Piano operativo di durata triennale aggiornato annualmente. Particolare attenzione nel testo viene dedicata al rilascio delle concessioni demaniali per le quali si prevede una procedura ad evidenza pubblica, di norma promossa dalla Regione, che mira a selezionare l'operatore più idoneo sulla base di un programma industriale. Una norma specifica - innovativa rispetto all'attuale legislazione di settore vigente nel resto del Paese - è poi dedicata alla finanza di progetto, con l'intento di incentivare gli investimenti di soggetti privati (non necessariamente operatori portuali) mediante l'introduzione di un meccanismo remunerativo tale da consentire il rientro degli investimenti effettuati. La normativa proposta prevede che i progetti delle opere portuali siano soggetti alla disciplina regionale in materia di lavori pubblici e stabilisce che la loro approvazione costituisca dove necessario variante al Piano regolatore del porto, riducendo in tal modo considerevolmente i tempi burocratici della preventiva predisposizione ed approvazione della variante.


Fonte: Ufficio stampa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia