"Il possibile indebolimento dell’architrave su cui si regge l’intero settore, cioè il Registro internazionale, renderebbe inutile la soluzione degli altri problemi del settore". È questo il forte messaggio al Governo che emerge dal discorso del Presidente Paolo d’Amico all’Assemblea di Confitarma, svoltasi il 5 ottobre a Roma alla presenza di Altero Matteoli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Cesare Trevisani, Vice-Presidente Confindustria, e di oltre 500 esponenti del mondo politico e amministrativo, armatoriale, economico, marittimo e sindacale.

Nell’anniversario dei 110 anni della Confederazione, che coincidono con i 150 anni dell’Unità d’Italia, Paolo d’Amico ha ribadito il fondamentale contributo della flotta all’economia del Paese.
In questo contesto ha sottolineato come il Registro internazionale sia il frutto di una scelta "lungimirante e premiante" che 13 anni fa è stata fatta per sostenere la competitività della bandiera nazionale e per salvaguardare l’occupazione dei marittimi italiani.
"Abbiamo sottoscritto questo patto e mantenuto fede per più di un decennio alle promesse di crescita e sviluppo ottenendo importanti risultati. "In soli 13 anni - ha affermato Paolo d’Amico - abbiamo rinnovato la flotta ordinando nuove navi per un valore complessivo di quasi 35,5 miliardi di euro". Inoltre, in poco più di un decennio, la flotta è passata da 8,5 a 18 milioni di tonnellate recuperando l’undicesima posizione nella graduatoria mondiale, mentre, "sul fronte occupazionale - prosegue Paolo d’Amico - i 38mila occupati a bordo e a terra del 1998 oggi sono diventati quasi 60mila, ai quali si aggiungono oltre 110mila unità nell’indotto".

Questi risultati sono il frutto di un progetto condiviso che "non vorremmo fosse messo oggi in discussione, anche perché - afferma Paolo d’Amico - le aspettative sul recupero di risorse derivanti dalla riduzione delle misure del Registro internazionale non sono reali ed i prevedibili risultati sarebbero l’immediato allontanamento delle navi dalla bandiera italiana, seguito dalla delocalizzazione dell’industria armatoriale e sull’occupazione dei marittimi italiani".
Alla luce dei fatti, il presidente Paolo d’Amico ha esortato il Ministro Matteoli a "preservare l’architettura che insieme, istituzioni e parti sociali, abbiamo elaborato, per assicurare lo sviluppo della navigazione e con esso l’occupazione marittima".

"Dobbiamo puntare con urgenza a incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti nei nostri porti, chiedendo al contempo per essi un sistema rinnovato di regole, in primis l’accoglimento dell’Accordo interassociativo dell’aprile 2007" - ha affermato Paolo d’Amico in merito al nostro sistema portuale. "La crisi internazionale e la conseguente scarsità delle risorse disponibili impongono di razionalizzare al massimo i finanziamenti pubblici nei porti, dando priorità a quei progetti di infrastrutturazione che più rispondono alle esigenze strategiche del sistema portuale nazionale. Ciò consentirebbe di intervenire rapidamente e in modo incisivo sui vincoli che maggiormente condizionano i traffici marittimi nei principali porti nazionali. Cito ad esempio l’annosa problematica del dragaggio, che in alcune realtà sta assumendo aspetti di vera e propria emergenza operativa".

Il Ministro Matteoli, dopo aver sottolineato il contributo determinante della Confitarma "per la realizzazione di una flotta di bandiera giovane e attenta ai più elevati standard internazionali di qualità e sicurezza", ha espresso il convincimento proprio e del Governo, nonché dell’Unione Europea, che "il rilancio del settore marittimo è fondamentale per il rilancio dell’economia sia italiana che europea". Il Ministro Matteoli si è unito all’appello  lanciato dal Presidente d’Amico per una pronta liberazione dei marittimi ancora ostaggio dei pirati somali, sottolineando come questo sia l’obiettivo prioritario del Governo, a cui dovrà seguire, attraverso il CIRM, analogo impegno per l’assistenza ai marittimi liberati e alle famiglie.

Passando alla privatizzazione della Tirrenia, il Ministro Matteoli ha manifestato l’auspicio che "la procedura possa concludersi con esito positivo nei prossimi giorni". Il risultato sarà l’uscita dello Stato dal settore, un quadro certo di obblighi per l’espletamento dei servizi di collegamento marittimo e un accesso non discriminatorio al cabotaggio.
"Oggi dobbiamo scommettere sul futuro dei giovani - ha proseguito il Ministro - assicurando prospettive di lavoro a terra per il personale imbarcato, nonché la riforma del collocamento della gente di mare". Dopo essersi soffermato sull’esigenza di poter contare su un sistema portuale all’altezza dei concorrenti mediterranei e l’urgenza di assicurare un rapido iter per i dragaggi dei fondali, in tema di riforma della legge 84/94, il Ministro ha annunciato che "oggi la Commissione Bilancio del Senato approverà un emendamento che consentirà di sbloccare l’iter parlamentare per l’approvazione della riforma della legge portuale".

il Ministro Matteoli ha sottolineato l’importanza per l’Italia delle autostrade del mare, grazie alle quali nel triennio 2007-2009 si sono ridotti del 60% i costi esterni con un risparmio per la collettività di oltre 411 milioni di euro, cioè 500mila TIR in meno sulle strade, ribadendo che elemento essenziale del sistema resta l’ecobonus, strumento pensato e realizzato in Italia e oggi oggetto di un progetto europeo.
Il Ministro ha concluso il suo intervento facendo proprio l’invito dell’industria a collaborare insieme per identificare le soluzioni migliori nell’interesse del Paese.


Fonte: Ufficio stampa Confitarma