Riattivazione dell'iter di approvazione della legge di riforma per i porti, ferma al Senato, l'istituzione di una cabina di regia nazionale per i progetti integrati, l'immediata modifica dell'emendamento al decreto "Milleproroghe" sulle tasse portuali e l'accoglimento delle proposte che nei mesi scorsi il cluster marittimo-portuale ha sottoposto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli.

Sono richieste che Assoporti chiede che vengano "accolte con urgenza per scongiurare l'involuzione della portualità, che da qualche tempo accusa risultati negativi sia in termini economici puri, che in termini occupazionali, mettendo a rischio un settore strategico per l'intero Paese".

Il consiglio direttivo dell'Associazione Porti Italiani (Assoporti) ha approvato all'unanimità il documento che focalizza le priorità e le strategie necessarie a dare nuova energia ai porti, per garantirne la competitività nel contesto dell'attuale crisi che ha avuto notevoli riflessi sul sistema portuale e logistico del Paese.

Secondo Assoporti, in primo luogo non è più procrastinabile l'attivazione di una cabina di regia per l'avvio di progetti logistici integrati, che - precisa l'associazione - si può realizzare mediante accordi di programma con il coinvolgimento di tutti gli enti interessati, partenariati con privati e senza sovrapposizioni di ruoli.

"Questi progetti - spiega Assoporti - riguardano: la portualità, le connessioni ferroviarie, stradali e anche (ove possibile) di navigazione interna e possono essere riferiti alle "Multi-port gateway region" - archi dell'Alto Tirreno e Alto Adriatico - all'insieme dei porti che trattano principalmente traffici di transhipment, ai porti capolinea e situati lungo i corridoi trans-europei (Corridoi tirrenico, adriatico e Corridoio VIII) ed alle interconnessioni tra quei corridoi".


Assoporti sottolinea come sia di primaria importanza, inoltre, "l'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali, in funzione sia della realizzazione delle opere portuali, sia per il co-finanziamento di infrastrutture di raccordo tra i porti e le reti di rilevanza nazionale e comunitaria", nonché "l'immediata riduzione, per tre anni, del costo del lavoro per le imprese, attraverso una parziale fiscalizzazione degli oneri sociali, a fronte dell'impegno da parte delle stesse imprese a non dare corso, nel periodo, a riduzioni dei propri organici" ed anche "l'abbattimento delle accise sui carburanti per i mezzi operativi portuali al livello di quelle applicate in altri Stati UE".

Oltre a ciò - osserva Assoporti - "rimane ancora aperta la necessità di procedere all'adeguamento del quadro normativo rivisitando la legislazione in materia portuale, per consentire il rafforzamento del ruolo di governo delle Autorità Portuali con una chiara distinzione tra i compiti delle stesse e quelli dell'Autorità Marittima. Inoltre, la funzione di promotore di servizi di logistica nel territorio e nell'area vasta, nonché per velocizzare e rendere più certi i tempi di pianificazione e realizzazione degli investimenti. Su questo tema - evidenzia - è d'obbligo stigmatizzare lo stallo attuale in cui si trova il disegno di legge in materia di riforma della legislazione, nonostante il lavoro condiviso portato avanti dall'ottava Commissione del Senato".

Infine - conclude l'associazione delle Autorità Portuali italiane - "occorre sottolineare l'inopportunità dell'emendamento al decreto "Milleproroghe" che prevede l'abbattimento delle tasse portuali e d'ancoraggio, fino all'azzeramento da parte di singole Autorità Portuali. Ciò introduce il concreto rischio di destabilizzare non solo l'equilibrio economico di molte Autorità Portuali, ma anche l'equilibrio del sistema delle imprese operanti nei porti, lacerando le diverse componenti del cluster marittimo portuale".