Grazie ad un emendamento presentato dal Senatore Francesco Russo e approvato al Senato con la Legge di stabilità, è stato fatto il primo passo verso la sdemanializzazione del Porto Vecchio di Trieste. Un’azione questa attesa da decenni dalla città e indicata dai possibili investitori come condizione fondamentale – insieme all’ampliamento delle destinazioni d’uso dal punto di vista urbanistico – per avviare un progetto di recupero sostenibile e bancabile.
Il tema, ora, è avere un disegno strategico che dia risposte certe in materia di infrastrutture basilari, coerenza urbanistica, qualità della vita, sinergia con il resto della città, anche animando la zona con altre funzionalità. L’intera area del Porto Vecchio potrebbe esser destinata ad una società di interesse pubblico che gestisca la successiva fase di riconversione, insieme agli altri Partner del progetto, magari capaci di garantire un approccio “Smart”, in particolare per quanto riguarda i servizi, l'energia, la mobilità, la domotica. Tutti fattori capaci di innalzare la qualità della vita offrendo un modello urbano, il più integrato possibile con il resto della città.
Il Porto Vecchio di Trieste è un territorio di pregio, da progettare con tanti aspetti innovativi per un efficientamento globale del sistema energetico e infrastrutturale: meno impatto ambientale e miglior qualità della vita per reinventare un territorio recuperando un'idea forte di futuro, pur senza dimenticare il passato.

Federica Zar