Un gemellaggio tra lo Speicherstadtmuseum di Amburgo e il polo museale del porto di Trieste è stato suggellato in un incontro culturale promosso da Italia Nostra in collaborazione con l’Istituto di Cultura Marittimo Portuale. Henning Rademacher, direttore dello Speicherstadtmuseum ha illustrato il percorso che ha portato alla fondazione del museo del vecchio porto di Amburgo e l’importanza di raccogliere testimonianze, oggetti e ambienti dei vecchi porti così come da tempo Italia Nostra, Istituto di Cultura Marittimo Portuale e ’Autorità di Trieste sostengono da tempo grazie anche ai fondi regionali, europei e del Ministero per i beni e le attività culturali.

Le relazioni con lo scalo storico amburghese hanno ormai da più di dieci anni, consolidato i rapporti con la città anseatica tanto da tenere attivo un comitato internazionale sul Porto Vecchio formato da esperti di riqualificazione dei siti portuali dismessi. Il Porto Vecchio, dichiarato a livello internazionale un distretto portuale dismesso di grande valore mondiale, tanto che potrebbe essere sicuramente candidabile all’Unesco come patrimonio dell’umanità, non dovrà più essere lasciato all’abbandono e al degrado. La preoccupazione degli studiosi, espressa durante l’incontro al magazzino 26 è che non si possa più attendere la risoluzione del problema del punto franco che da anni divide questa città ma che di fatto sta lasciando al completo degrado i maestosi magazzini portuali. Amburgo e Trieste hanno un waterfront molto simile ma lì il recupero dei grandi magazzini a è stato molto semplice. “ La differenza – ha detto il prof. Dirk Schubert di Amburgo, direttore scientifico del comitato internazionale- sta nel fatto che i magazzini della speicherstadt (il distretto storico portuale amburghese) non sono stati abbandonati del tutto, lasciati al grezzo, ma messi in sicurezza e trasformati in magazzini del caffè, di tappeti, di spezie, artigiani e artisti che si alternano in tanti atelier ma anche teatri e musei. Nulla è stato stravolto e modificato”.

“Vogliamo dare un carattere internazionale al Museo del Porto” ha affermato Antonella Caroli - “il patrimonio storico del nostro porto è vastissimo e vogliamo farlo non solo conoscere ai paesi del Nord Europa ma vogliamo rimettere in vita l’intero distretto storico portuale di Trieste. Cercheremo le condizioni per riusare subito i nostri magazzini che hanno molte assonanze e analogie con quelli di Amburgo: anche qui, come a Trieste ma non come altre città del Mediterraneo, ci sono delle zone destinate alla circolazione delle merci i suoi edifici il suo impianto monumentale.


Durante il meeting agli ospiti amburghesi per Porto Città l’arch. Rossella Gerbini e Corrado De Francisco, direttore allo sviluppo, hanno presentato il plastico di  Portocittà e il progetto di riqualificazione del Porto Vecchio. All’incontro hanno partecipato gli architetti Pedro Ressano Garcia, Roberto Pirzio Biroli, Barbara Fornasir, Rinio Bruttomesso (di Città d’acqua e della RETE dei waterfronts mondiali), il prof. Manlio Marchetta della Facoltà di Architettura di Firenze. Antonella Caroli (a capo del comitato scientifico internazionale sul porto vecchio) e altri studiosi però non voglio più aspettare e presenteranno a Porto città e all’Autorità Portuale una proposta per intervenire subito, anche in regime di punto franco, attraverso attività e imprese produttive che potranno rimettere in uso i magazzini e provvedere ai futuri
restauri.


Il gemellaggio precede la visita che si terrà a novembre di una delegazione di Italia Nostra e dell’Istituto di cultura marittimo portuale, il cui scopo è quello di diffondere sempre di più la conoscenza dei rispettivi patrimoni industriali e portuali con mostre ed iniziative.

 

Fonte: Istituto di Cultura Marittima Portuale di Trieste