È in tutte le librerie del Gruppo Rizzoli da oggi il volume edito da Marsilio e intitolato “A Venezia dal Mare. Le Crociere”. Si tratta della seconda pubblicazione della collana “Le rotte del Leone, studi ricerche e progetti” ideata dall’Autorità Portuale di Venezia.

Riconosciuti esperti in campo ambientale, economico e tecnico-ingegneristico (tra cui Gabriella Chiellino, Francesco di Cesare e Caterina Frisone, curatori del libro) hanno ragionato su opportunità, sfide, futuro e "conseguenze" del settore della crocieristica a Venezia.

Nel libro vengono infatti raccolte analisi e argomentazioni che analizzano il tanto discusso tema dell'arrivo delle navi da crociera a Venezia e che mirano a ristabilire la verità dei fatti modificata da innumerevoli false notizie o credenze accumulate nel corso degli anni e acuiti oggi dopo l'incidente della Costa Concordia al Giglio.

L'argomento viene sviscerato dal punto di vista tecnico-ambientale e da quello economico sottolineando il valore che tale settore ha per la città e per l’intero Nordest, senza tralasciare anche gli aspetti emotivi dettati da quella che il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa definisce la “Sindrome di Gulliver”.

La sproporzione evidente tra la dimensione crescente delle navi e la dimensione del centro storico veneziano e dei suoi abitanti che produce un disagio e una distonia nell’armonia del paesaggio.
Molti dei temi del dibattito su Venezia - oggi città simbolo da proteggere e salvaguardare dalle "grandi navi" senza gettare il bambino dell’economia crocieristica con l’acqua sporca degli impatti resi o da rendere sostenibili – sono spiegati e approfonditi con argomentazioni puntuali e precise, come ad esempio le opportunità economiche per Venezia e l'intera Regione determinate dal settore delle crociere.

Quelle che vengono chiamate in maniera dispregiativa “grandi navi” sono invece un’attività cresciuta in modo prorompente che oggi dà lavoro a non meno di 5470 occupati diretti somma di 1600 occupati diretti in servizi alla nave e ai passeggeri, 2600 occupati diretti nella fornitura (provviste, manutenzioni, riparazioni, bunkeraggio ecc.) – propria solo dei porti capolinea (home port) – e 1270 occupati diretti attivati dalla spesa turistica a Venezia effettuata prima e dopo la crociera da circa un terzo dei passeggeri sbarcati/imbarcati.

Un contributo sostanziale a tutta l’economia veneziana e che consente di diversificare la base economica della città lagunare (il 76% dell’occupazione attivata da crociere non dipende dalla spesa turistica dei crocieristi), di qualificare l’economia turistica (i 600.000 turisti crocieristi – solo un terzo di coloro che sbarcano o si imbarcano a Venezia – si collocano nella parte più ricca degli oltre 20 milioni di visitatori annui di Venezia). Temi che sono approfonditi, studi alla mano, nei capitoli della sezione II “La scia dorata”.

Secondo obiettivo della pubblicazione, non meno importante, è stato quello di riuscire a definire quantità, qualità e collocazione dell’offerta crocieristica di Venezia che siano commisurate alla “capacità di carico” della città, che va rispettata in termini di sicurezza della navigazione in laguna, qualità dell’aria da non compromettere, controllo di rumore e vibrazioni, contenimento del moto ondoso e ristabilimento delle proporzioni fra le dimensioni delle navi e i luoghi in cui possono essere accolte.
Nelle pagine del libro si trovano interessanti spunti, idee e progetti già realizzati o in via di realizzazione atti a rendere la crocieristica "a impatto zero" per la città e vengono presentate soluzioni adeguate volte a tenere entro limiti sopportabili, se non ad annullare completamente, gli effetti più' temuti che reali legati al crocierismo in laguna.
Nella terza e quarta parte del libro infatti vengono chiarite - dati alla mano - quelle falsità che oggi alimentano un dibattito distorto basato per lo più su informazioni errate e ragionamenti dettati dalla “Sindrome di Gullver”.

I fattori analizzati mirano infatti a riportare a dimensione corretta la misura degli impatti e delle esternalità negative che il crocierismo porta con sé, per citare due esempi:
- impatto del moto ondoso: il sistema di videosorveglianza Hydra che controlla il traffico acqueo lungo il canale della Giudecca 24 ore su 24 documenta che le navi da crociera non sono responsabili delle onde superficiali - tutte imputabili al traffico locale a partire dai mezzi ACTV - che danneggiano le rive, ma solo di onde da dislocamento della nave in movimento, con gli stessi effetti dei movimenti di marea;
- sicurezza navigazione: la particolare morfologia dei canali di navigazione dal fondale sabbioso e le rigide delimitazioni mantenute dagli escavi continui costringono le navi entro «binari» dai quali non possono uscire, Le navi da crociera si muovono in laguna con una «ridondanza cinque» (comandante della nave, due piloti che salgono a bordo quando la nave è ancora fuori della bocca di porto del Lido e due comandanti dei due rimorchiatori che obbligatoriamente accompagnano in trazione ogni nave) che aumenta l’affidabilità della sicurezza fino a un limite vicino a quella assoluta. Il temuto Inchino, a Venezia, è tecnicamente impossibile!

Quanto alle soluzioni identificate per il futuro si trovano nel volume :

1. la creazione di una via acquea alternativa di accesso alla marittima evitando il passaggio davanti San Marco. Le alternative sono teoricamente più d’una e sono al vaglio del Magistrato alle Acque di Venezia (vedasi capitolo III parte IV a cura di Giampietro Mayerle).
È da escludere la possibilità di percorrere l’intero canale Malamocco-Marghera per raggiungere la Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele poiché si genererebbero livelli di congestione del traffico navale legato alla portualita' commerciale e industriale di Marghera, compromettendone la sopravvivenza oltre che creare seri problemi di sicurezza e di rischio ambientale in laguna.
L’ipotesi più razionale, oggi in fase avanzata di studio, è quella dell’approfondimento del canale lagunare Contorta-Sant’Angelo, che, lasciando il canale Malamocco-Marghera prima di raggiungere il tratto congestionato prospiciente le banchine di Porto Marghera, raggiungerebbe la Marittima senza impegnare i canali di San Marco e della Giudecca. Un intervento che ben si inserisce in un più ampio programma di recupero ambientale della laguna centrale che vedrebbe il nuovo canale contornato da velme e barene ricostruite con i materiali di scavo.

2. La creazione di uno “Standard Venezia”. Come ben delineato dal decreto Clini-Passera, Venezia non chiude il bacino di San Marco e il canale della Giudecca a tutte le navi da crociera. Il privilegio di arrivare a Venezia dal mare passando davanti San Marco resta vivo in omaggio alla storia marinara di Venezia ma riservato alle sole navi al di sotto delle 40.000 tonnellate di stazza lorda: una stazza che, l’esperienza insegna, consente di mantenere proporzioni armoniose con l’ambiente storico nel quale si inserisce.
Un messaggio chiaro all’industria delle crociere: l’Autorità Portuale di Venezia è interessata e pronta a collaborare con chi intenda specializzarsi nel soddisfare questo nuovo crocierismo di qualità, mettendo a disposizione il privilegio esclusivo del passaggio davanti San Marco solo a navi sempre più' "green".

3. La creazione in Marittima di un sistema di “cold ironing”: di fornitura da terra dell’energia alle navi all’attracco in modo da far loro spegnere i motori durante la sosta con l’eliminazione totale di ogni inquinamento dell’aria.

4. Lo spostamento di tutti i traghetti (navi miste cargo e passeggeri) dall’attracco in Marittima a un terminal dedicato a Fusina (Marghera) già a partire dal 2013.