Giungere alla definizione dell’intesa Stato-Regione per dare avvio al progetto di Unicredit e Maersk, finalizzato al rilancio della portualità nell’area monfalconese e triestina, già in occasione della riunione a Palazzo Chigi in programma oggi (4 maggio). Un progetto - sottolinea il presidente di Confindustria Trieste, Sergio Razeto - che consideriamo propulsivo per il rilancio dell’intero sistema logistico regionale, volto a ridare al Friuli Venezia Giulia il ruolo che l’invidiabile posizione geografica gli attribuisce, quale cerniera fra i mercati dell’area del Nordest e il Centro Europa.

Lo sviluppo delle attività portuali rappresenta - secondo Razeto - uno dei punti nodali attraverso cui far transitare un percorso di crescita dell’economia della provincia, con ricadute positive per tutto il tessuto economico regionale.
Alla vigilia di un appuntamento di così rilevante importanza, il cui risultato potrebbe finalmente segnare l’avvio del progetto Unicredit e Maersk per i porti di Monfalcone e Trieste, ci troviamo di fronte ad un quadro nazionale che evidenzia uno stato di grande affaticamento del settore logistico e dei trasporti, di fatto perdente in tutti gli scacchieri del bacino mediterraneo.

In un contesto di generale depressione - sottolinea il presidente di Confindustria Trieste - va inquadrata la situazione ancora difficile del porto di Trieste che, nonostante alcuni incoraggianti segnali di ripresa, risente maggiormente della vivace concorrenza esercitata dal vicino scalo di Capodistria rispetto agli altri porti del Nord Adriatico. In assenza di urgenti e consistenti interventi, la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente, marginalizzando il sistema logistico Triveneto, in particolare in una regione come il Frulli Venezia Giulia che non dispone, come accade per il sistema veneto, di un adeguato hinterland nazionale su cui far confluire le merci.

In questo quadro non possono sfuggire - afferma Sergio Razeto - le conseguenze che deriverebbero al sistema logistico regionale dalla scelta di Capodistria quale terminale del Corridoio Adriatico Baltico e dall’interruzione a Venezia del Corridoio V.
Vi è quindi piena condivisione per l’azione avviata dall’Amministrazione regionale, assieme a quelle del Veneto dell’Emilia Romagna, per confermare i terminali italiani quali punti di accesso al Corridoio Adriatico Baltico: va però richiesta alla Regione FVG un’iniziativa di maggior forza finalizzata a garantire la prosecuzione del Corridoio V da Venezia verso Est, in quanto tale problema ci appare poco sentito dal Veneto e dalla stessa Slovenia.

Iniziativa ancor più necessaria - secondo gli Industriali - alla luce delle recenti dichiarazioni dell’Amministratore di Trenitalia, Mauro Moretti, in merito alla presunta inadeguatezza della domanda espressa dalla nostra regione, per quel che concerne i servizi di trasporto passeggeri e merci. Un punto di vista pericoloso, quello di Trenitalia, che potrebbe accentuare la marginalità del nostro territorio e influire negativamente sul sistema portuale regionale.

Chiediamo quindi interventi decisi volti a ribaltare quest’approccio - conclude il presidente Razeto, auspicando una maggior pressione della Regione su Trenitalia - nonché a rafforzare il sostegno ai servizi ferroviari regionali per compensare, almeno parzialmente, le carenze di RFI e Trenitalia.