Nel giorno in cui è stata avviata la fase realizzativa della Galleria di Base del Brennero – parte essenziale del Corridoio Europeo 1 Berlino-Palermo per il quale l’Italia è fortemente impegnata – il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli (presente alla cerimonia a Innsbruck insieme al Ministro dei Trasporti austriaco Doris Bures e il Segretario di Stato ai Trasporti tedesco Andreas Scheurer) rilancia con una lettera al commissario europeo dei trasporti e vicepresidente UE, l’estone Simm Kallas, l’importanza del Corridoio Adriatico-Baltico: un collegamento vitale per le regioni italiane che si affacciano sull’Adriatico, e l’Europa – ha chiesto il Ministro – deve sostenere la soluzione verso Udine, Venezia, Trieste, Bologna e Ravenna (e non verso il porto di Capodistria, come sembrerebbe da recenti notizie apparse sulla stampa).

Il progetto interessa 14 regioni di cinque Paesi firmatari, nel 2006, di una lettera d’intenti per la realizzazione del Corridoio PP 23 Adriatico-Baltico: Italia, Polonia, Austria, Repubblica Slovacca e Repubblica Ceca.
A luglio prossimo, Bruxelles avrà pronta una prima "mappa" di revisione delle grandi reti ferroviarie europee che dovranno poi seguire un lungo iter di definitiva approvazione. Questa scadenza estiva, sotto la presidenza polacca del secondo semestre 2011, sarà fondamentale proprio per il Corridoio Adriatico-Baltico, che viene considerato una proposta importante, che lega i due porti di Gdansk e Gdynia, terminali Nord del Corridoio, agli scali di Trieste, Monfalcone, Venezia e Ravenna.

Il commissario europeo dei trasporti e vicepresidente UE, l’estone Simm Kallas, ha focalizzato il tema su tre punti che considera fondamentali: i nuovi Corridoi ferroviari che la Ue andrà ad individuare dovranno poter suscitare un business significativo, andando ad incrementare le economie delle aree circostanti (le politiche di coesione tanto sostenute dalle autorità comunitarie); dovranno poter contare su investimenti privati; dovranno servire a "legare" i sistemi portuali a territori e mercati.

Tre condizioni che l’estensione a Sud, al mare Adriatico, dell’asse già individuato dal Baltico sino a Vienna, è in grado di soddisfare: questa direttrice è in grado di "coinvolgere" nel suo complesso 100 milioni di tonnellate di traffico merci, e 50 milioni di passeggeri; vuole offrire un nuovo sviluppo al trasporto via Mediterraneo e Adriatico verso il Centro-Est Europa; si coniuga perfettamente con gli investimenti privati previsti tra Monfalcone e Trieste.

Il Corridocio Baltico-Adriatico rappresenta davvero la catena mancante dello sviluppo europeo, quella capace di riportare l’Europa a svilupparsi in modo sinergico sfruttando le potenzialità dei due mari. Per il Friuli Venezia Giulia e il Veneto Corridoio Nord-Sud è una scelta strategica: si tratta, infatti, di legare il range portuale altoadriatico ed il sistema industriale regionale alla Baviera, alla Carinzia ed alla Stiria, ma anche al Centro-Est Europa, e connettere il grande sistema baltico-adriatico-danubiano al Far East, facendo risparmiare alle grandi portacontainer cinque giorni di navigazione rispetto ai porti di Rotterdam ed Amburgo.

Federica Zar