GORIZIA - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia non assumerà la delibera con l'''intesa sulla localizzazione'', non darà insomma il ''via libera'' alla linea ferroviaria ad alta capacità/alta velocità Venezia-Trieste, senza aver prima acquisito il consenso del territorio, dando alle comunità interessate tutto il tempo per approfondire il progetto, anche al di là dei termini di legge, e fornendo alle istituzioni locali tutto il supporto tecnico necessario. Lo ha ribadito l'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi che ha partecipato venerdì 28 gennaio, nella sala consiliare della Provincia di Gorizia, alla presentazione del progetto preliminare messo a punto dalla società Italferr (Gruppo Ferrovie dello Stato). E la Regione, ha assicurato inoltre l'assessore, ''chiederà e pretenderà'' che venga condotta l'analisi costi-benefici della nuova linea, anche se non previsto dalla legge.

La riunione è stata indetta dal presidente della Provincia Enrico Gherghetta nella sua veste di coordinatore del Patto per lo sviluppo, promosso assieme ai Comuni di Gorizia e Monfalcone, all'Azienda sanitaria n. 2 ''Isontina'', alla Camera di Commercio, a Confindustria e alle segreterie di CGIL, CISL e UIL. All'incontro di oggi sono stati invitati tutti i sindaci dell'Isontino, i consiglieri regionali eletti in provincia e tutti i soggetti potenzialmente interessati alla realizzazione della nuova linea ferroviaria, che attraversa il Friuli Venezia Giulia in direzione Ovest-Est e che si colloca nell'ambito del Progetto prioritario n. 6 dell'Unione europea da Lione al confine tra Ungheria e Ucraina.

Nel suo intervento introduttivo, il presidente Ghergetta ha voluto dare atto all'Amministrazione regionale, e in particolare all'assessore Riccardi, di aver avviato un percorso positivo di confronto con il territorio. Nel sottolineare lo stretto legame tra la linea ad alta capacità/alta velocità e il progetto del ''superporto'' di Monfalcone, Gherghetta ha parlato di ''una sfida che dobbiamo accettare'' e ha lanciato quattro parole d'ordine sul metodo da seguire, fatte proprie nelle conclusioni anche dall'assessore regionale: ''Trasparenza, disponibilità, responsabilità e infine buon senso''.

Riccardi ha ribadito la necessità, su un progetto di questa portata, di ''lavorare per costruire il consenso'' e di avviare un ''dialogo con tutti, con chi è d'accordo e anche con chi non è d'accordo''. ''Le istituzioni - ha detto - hanno il dovere di decidere ma hanno anche il dovere, trovando un punto di equilibrio, di garantire i giusti diritti alle comunità interessate''. Ma l'assessore regionale ha voluto ricordare il valore strategico della nuova linea ferroviaria, che coinvolge la possibilità stessa di sviluppare la ''piattaforma logistica'' del Friuli Venezia Giulia e di dare quindi un futuro alla comunità regionale. ''Ecco perché - ha osservato - la politica non deve dividersi su un progetto come questo, evitando di farne un tema da campagna elettorale''.

Come hanno spiegato i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e di Italferr, che hanno illustrato il progetto preliminare, in provincia di Gorizia il ''nodo'' principale, e anche il primo ad essere realizzato, sarà il potenziamento del bivio di San Polo a Monfalcone, il punto in cui si intersecano le linee da Venezia e da Udine. La tratta da Ronchi dei Legionari a Trieste interesserà la provincia per circa 13 chilometri, lungo i quali sono previsti sia viadotti che gallerie.


Fonte: Ufficio stampa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia