La firma della concessione per la riqualificazione del Porto Vecchio pone fine a una situazione incomprensibile - il degrado di un’area fronte mare di oltre 65 ettari nel cuore della città - per tutti coloro che credono nelle potenzialità di Trieste e che lavorano per il suo sviluppo. Il progetto predisposto per l’utilizzo per 70 anni dell’area demaniale consentirà la realizzazione di iniziative di "portualità allargata", coerenti con la visione di sviluppo del territorio auspicata da sistema industriale giuliano.

Lo ha scritto in una lettera il presidente di Confindustria Trieste, Sergio Razeto, consegnata prima di partire per la Cina al presidente dell’Autorità Portuale, Claudio Boniciolli, nella quale Razeto ha sottolineato la valenza del progetto per lo sviluppo socio-economico della città ed ha evidenziato la solidità delle aziende coinvolte, a garanzia di un immediato avvio dei lavori, che favorirà nuove opportunità occupazionali e imprenditoriali.

Come industriali - ha scritto Sergio Razeto - chiediamo ora sinergie d’intenti e massima collaborazione tra le istituzioni e le forze economiche della città. Diamo fin d’ora la nostra disponibilità a partecipare a quelle iniziative di "portualità allargata" maggiormente vicine al settore produttivo (navalmeccanico, cantieristico e nautico), volte anche a integrare attività di ricerca e innovazione.

Speriamo ora che la riconversione del Porto Vecchio - ha concluso Sergio Razeto, auspicando che ricorsi e controricorsi non ritardino l’avvio dei lavori - proceda parallelamente alle altre fondamentali priorità per il territorio: avvio delle bonifiche del sito inquinato (con il completamento delle caratterizzazioni e intervento solo nei punti di criticità ambientale), realizzazione del rigassificatore di Gas Natural, della centrale termoelettrica a ciclo combinato di Lucchini Energia e del polo logistico di Trieste e Monfalcone proposto da Unicredit Logistics.

Fonte: Ufficio stampa - Confindustria Trieste