Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna coinvolgono il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e "spingono" su Bruxelles - assieme all'Austria - affinché la programmazione comunitaria dei grandi assi ferroviari veda l'estensione verso Sud, verso l'Adriatico, del Progetto prioritario 23 (Ten-T PP 23), oggi indicato dalla Polonia sino a Vienna.

Sarà dunque il Corridoio Baltico-Adriatico al centro dell'attenzione del convegno che le tre Regioni italiane, di concerto con i dicasteri dei Trasporti italiano ed austriaco, hanno promosso per mercoledì prossimo, 1° dicembre, con inizio alle ore 14.00 a Bruxelles, al Parlamento europeo, con la partecipazione dei tre assessori Riccardo Riccardi (Friuli Venezia Giulia), Renato Chisso (Veneto) ed Alfredo Peri (Emilia-Romagna), l'europarlamentare Antonio Cancian ed i rappresentanti della Direzione generale dei Trasporti dell'Unione europea, con la possibilità, inoltre, della presenza del vicepresidente Ue Antonio Tajani.

Secondo le 14 Regioni di Italia, Austria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia coinvolte nel Corridoio Baltico-Adriatico, che lo scorso anno siglarono a Bruxelles una "lettera d'intenti" per la realizzazione di questo tracciato, il tracciato ferroviario merci che oggi dai porti polacchi di Gdansk e Gdynia raggiunge Varsavia e quindi Vienna e Bratislava (la linea si biforca in territorio polacco a Bielsko-Biala per indirizzarsi verso le due capitali) dovrebbe proseguire via Graz, Klagenfurt, Villaco ed Udine verso i porti di Trieste/Monfalcone e Venezia e quindi (passando per il nodo di Bologna) verso lo scalo di Ravenna.

Proprio in questo periodo la Direzione Trasporti della Ue sta intensificando i colloqui istituzionali al fine di concordare con ogni Stato membro quali sezioni nazionali possano far parte della rete di secondo livello dell'Unione ("comprehensive network") e, sulla base di tali risultanze, derivarne poi la rete primaria ("core network"): solo i progetti che faranno parte di tale core network godranno del co-finanziamento europeo.

Fonte: Ufficio stampa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia