Durante i lavori del meeting sui Waterfront e l’archeologia industriale nel Friuli Venezia Giulia, che si è concluso sabato 23 ottobre a Trieste, si è costituito il Comitato scientifico per la direzione dell’intero progetto e del processo di riqualificazione del Porto vecchio di Trieste. Il comitato è composto dalla prof. Antonella Caroli, dall’arch. Roberto Pirzio-Biroli, dall’arch. Roberto Di Paola, dall’arch. Barbara Fornasir, dai docenti universitari italiani Sergio Zevi, Manlio Marchetta e Massimo Bertollini, dagli amburghesi Dirk Schubert e Jurgen Bruns Berentelg, dal polacco Piotr Lorens e dal portoghese Pedro Ressano Garcia.

Il filo diretto tra Trieste e i componenti internazionali sarà garantito da appuntamenti periodici che hanno lo scopo di seguire le procedure e gli sviluppi della riqualificazione dell’area storica portuale triestina attraverso verifiche continue e puntuali monitoraggi delle operazioni che verranno eseguite sul campo dai futuri concessionari, i quali attendono tuttora gli atti definitivi per dar inizio ai lavori di recupero dell’area portuale.

Il modello di riferimento è e sarà costituito dall’Hafencity di Amburgo, che testimonia concreti interventi di riqualificazione intelligenti e efficaci della vecchia città portuale (Speicherstadt) e che si evolve, nelle aree limitrofe, nella realizzazione di nuovi insediamenti per un nuovo quartiere urbano.

La realtà triestina a tutt’oggi ha dimostrato di non volere e forse di non avere nemmeno le intenzioni di procedere al recupero attivo di questa parte straordinaria della città, crogiolandosi nelle mitiche questioni del “punto franco” e in progetti effimeri finiti regolarmente dimenticati nel cassetto.

Il comitato, che raccoglie in sé competenze ed esperienze di respiro internazionale, si propone proprio di accelerare il processo di riqualificazione, ponendosi superpartes rispetto alle scelte politiche e istituzionali, come qualificato organismo tecnico di riferimento.
Il calendario dei lavori del neocomitato, come primi impegni operativi, prevede una serie di incontri con le istituzioni e i soggetti coinvolti, incontri che hanno lo scopo, tra gli altri, di definire le modalità di attuazione delle verifiche procedurali, di conoscere i metodi e gli strumenti messi in atto dagli operatori, di valutare la definizione dell’area franca, la tempistica e le strategie di raggiungimento degli obiettivi.
Un impegno parallelo e cruciale dei lavori è costituito dal confronto diretto con i manager internazionali delle aree portuali dismesse e riconvertite, azione che consentirà di predisporre con cognizione di causa un serio piano economico finanziario al fine di fornire concretezza e solidità all’intera operazione.

Si ritiene qualificante che la prima fase operativa sia costituita dal restauro e dal riuso delle costruzioni storiche presenti nell’area e dalla realizzazione del polo museale, promosso da Italia Nostra, inteso come infocenter della città di Trieste, che sarà il fulcro delle attività non solo culturali che accompagneranno il nuovo sviluppo del Porto Vecchio.


Antonella Caroli